Aborto, contraccezione e consultori – Virgolino Alberto

Sintesi degli argomenti

1) PREMESSA STORICA SOCIO-CULTURALE ALL’ORIGINE DEI CONSULTORI FAMILIARI.

Si analizzano i fattori sociali, culturali, ideologici e giuridici che hanno motivato la nascita dei consultori familiari e che ancora ne condizionano l’operato.
(vedi: EVOLUZIONE GIURIDICO-LEGISLATIVA SULLA CONTRACCEZIONE E LA PROCREAZIONE RESPONSABILE;
LINEE-GUIDA IDEOLOGICO-CULTURALI ALLA BASE DELLA PRASSI CONSULTORIALE).

EVOLUZIONE GIURIDICA LEGISLATIVA SULLA CONTRACCEZIONE E LA PROCREAZIONE RESPONSABILE

  • Art. 533 del Codice Penale del 1930, titolo X (delitti contro la sanità e l’integrità della stirpe) = divieto di ogni forma di diffusione, propaganda, pubblicità di sostanze contraccettive.
  • Sent. n. 9 della Corte Costituzionale del 1965 = dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’art. 533 c.p. in relazione all’art. 21 Cost. (libertà di manifestazione del pensiero). Il fine = tutela del buon costume.
  • Sent. n. 49 della Corte Costituzionale del 1971 = art. 533 incostituzionale per contrasti non solo con l’art. 21, ma anche con l’art. 18 (libertà di associazione, l’art. 31 (tutela della maternità), l’art. 32 (tutela della salute) della Costituzione.
  • Legge n. 405 del 29/07/1975 istituzione di consultori familiari, lett. b) e lett. d).
  • Legge n. 194 del 22/05/1978 norme per la tutela sociale della maternità e sull’I.V.G.. Art. 2 = somministrazione su prescrizione medica di contraccettivi anche ai minori.
  • Legge n. 833 del 23/12/1978, costituzione del S.S.N. art. 2, lett. c = “(il medico) nell’ambito delle sue competenze persegue… le scelte responsabili e consapevoli di procreazione e la tutela della maternità e dell’infanzia, per assicurare la riduzione dei fattori di rischio connessi con la gravidanza e con il parto, le migliori condizioni di salute per la madre e la riduzione de tasso di patologia e di mortalità perinatale ed infantile”.

LINEE-GUIDA IDEOLOGICO-CULTURALI ALLA BASE DELLA PRASSI CONSULTORIALE

  1. Favorire la “pianificazione familiare” (controllo delle nascite) con ogni mezzo, compreso l’aborto volontario (vedi statistiche ISTAT su I.V.G.).
  2. Controllare la “salute riproduttiva” della donna, rispettando la sua libertà di “scelta riproduttiva” e la sua “gestione responsabile della sessualità”.
  3. Far prevalere, sul piano etico-giuridico, l’autodeterminazione della donna sul diritto alla vita del bambino in utero. (Il concepito, prima che si annidi nell’utero, non è un essere umano).
  4. Garantire il diritto alla vita del bambino non ancora nato soltanto se “desiderato” o “voluto” (dalla donna, molto più che dalla coppia).
  5. Tollerare l’esercizio libero della propria sessualità, richiedendo però responsabilità nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e della gravidanza.
  6. Attuare la prevenzione mediante: l’“istruzione per l’uso” di mezzi e strumenti tecnici (chimici o meccanici); secondo la logica della “riduzione del danno”. Assente, per dichiarata “neutralità ideologica”, qualunque riferimento etico-morale, alla base di una vera educazione.
  7. Occuparsi del contesto “familiare” come corollario (sufficiente, ma non sempre necessario) alla salute riproduttiva della donna o della coppia, o alla tutela del figlio minore (già nato).

VECCHI E NUOVI COMPITI ISTITUZIONALI AFFIDATI AL CONSULTORIO FAMILIARE.SCOPI ISTITUZIONALI DEL CONSULTORIO FAMILIARE (C.F.)

  • Legge n. 405 del 29.07.1975: Art. 1
  • Legge n. 194 del 22.05.1978: Artt. 2 e 5

Legge “in fieri” su: “NORME IN MATERIA DI PROCREAZIONE MEDIALMENTE ASSISTITA” (testo approvato dalla Camera in data 18.06.2002): Art. 3

3) EVOLUZIONE (“RIQUALIFICAZIONE”) DEL CONSULTORIO
(vedi: NORMATIVE INERENTI L’ORGANIZZAZIONE E LA DIFFUSIONE DEI CONSULTORI;
EVOLUZIONE “RIQUALIFICAZIONE” DEL CONSULTORIO).

NORMATIVE INERENTI L’ORGANIZZAZIONE
E LA DIFFUSIONE DEL C.F.

 Legge n. 34/1996 (sovvenzionamento economico di £. 200 miliardi; N° consultori = 1/20.000 abitanti; 2/10.000 donne in età fertile)
 Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 (D.M. 24.04.2000) = Progetto Obiettivo Materno Infantile; organizzazione dipartimentale dell’area Materno-Infantile e riqualificazione qualitativa e quantitativa dei Consultori Familiari.
 Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie (D.P.C.M. 14.02.01, G.V. del 16.06.2001, n. 129).
 Legge n. 194 del 22.05.1978: Artt. 2 e 5

EVOLUZIONE – “RIQUALIFICAZIONE” – DEI CONSULTORI (FAMILIARI)
Passaggio da “Servizio di Assistenza alla famiglia e alla maternità (L.N. 405/75, art. 1) a “Servizio di Prevenzione e Promozione della salute della donna e dell’età evolutiva, considerate nella relazioni familiari e sociali”.

Ambiti prioritari di intervento:
1) LA SALUTE DELLA DONNA E DELLA COPPIA nelle diverse fasi della vita (adolescenza, età fertile, menopausa);
2) CONTROLLO DELLA FERTILITA’ (procreazione responsabile, consulenza per fertilità e sterilità di coppia e percorso I.V.G.);
3) IL PERCORSO NASCITA (gravidanza, parto, puerperio);
4) LA SALUTE SESSUALE (educazione alla affettività e sessualità, consulenza sessuologica);
5) LA PREVENZIONE DEI TUMORI DELL’APPARATO GENITALE FEMMINILE;
6) LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE;
7) LE RELAZIONI DI COPPIA E DI FAMIGLIA (l’educazione alla genitorialità, la promozione del benessere e la prevenzione del disagio familiare, la mediazione familiare);
8) MEDICINA PREVENTIVA IN ETA’ EVOLUTIVA (bilanci di salute, educazione sanitaria per la prevenzione dell’handicap, ecc.).

4) PRESENZA DEI CONSULTORI FAMILIARI NEL TERRITORIO NAZIONALE E REGIONALE ITALIANO E LORO IMPATTO NELLA APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 194/78.

“ASSIOMI MINISTERIALI”

 La legge 194/78 ha prodotto la diminuzione degli aborti volontari in Italia.
 Nelle Regioni in cui è presente il maggior numero di consultori pubblici, si registra una maggiore diminuzione del tasso di abortività negli anni.
 La prevenzione dell’aborto volontario è affidata alla diffusione dei metodi contraccettivi.

CAUSE DI INSUCCESSO NELLA PREVENZIONE DELLE I.V.G.
 Mancano i Consultori
 Manca l’informazione sulla contraccezione
 Manca l’educazione sessuale agli adolescenti

– Analisi dei principali dati statistici sulla I.V.G. del 1999 (ultimi dati definitivi pubblicati).
– Certificazione della I.V.G. presso i Consultori pubblici (vedi Grafico n. 1, Grafico n. 2).

– Distribuzione dei consultori pubblici in Italia.
– Correlazione con la percentuale di I.V.G. certificate (Grafico n. 3, Grafico n. 4, Grafico n. 5)

– Stima del numero medio di I.V.G. per consultorio (Grafico n. 6)
Regioni del nord: celeste Regioni del sud: nero
Regioni del centro: rosso Regioni insulari: verde

– Confronto con i dati dei C.A.V. italiani.
– Caratteristiche socio-anagrafiche delle utenti del Consultorio.
– “Percorso I.V.G.” nel consultorio:
1) Colloquio pre-I.V.G.
Analisi di un’esperienza consultoriale nella ASL n. 3 di Monza sulle “motivazioni dichiarate dalla donna nel colloquio (vedi sintesi da lucido).

Donne che chiedono di abortire – Ipotesi di lavoro oltre l’analisi statistica dei dati – Donatella Centri et. al., ASL n. 3, Monza (MI) su
“Prospettive sociali e sanitarie”, n. 17/98, pp. 10-13.

MOTIVAZIONI DICHIARATE DALLA DONNA NEL COLLOQUIO
(da un campione di circa 200 donne)

1) FATTORI ESTERNI RELAZIONALI (39,6%) = mancanza di aiuto da parte del partner, problemi di coppia, relazione troppo recente e non consolidata, figli troppo impegnativi
2) FATTORI ESTERNI MATERIALI (27,2%) = difficoltà economica, inadeguatezza dell’abitazione
3) INSUFFICIENTI RISORSE PERSONALI (32%) = giovane o vecchia età; problemi psicologici, impossibilità a crescere un figlio da sola
4) RESPONSABILITA’ PERSONALE (1,2%) = figlio non programmato

********
– Donne già utenti del Consultorio familiare
che chiedono una I.V.G. = 25,4%
– Donne recidive per l’I.V.G. = 18,8%

Considerazioni degli autori:
La donna arriva all’I.V.G. solo in misura minima quando non conosce i metodi contraccettivi.
(Non uso della contraccezione o uso non efficace?).
2) Certificazione per l’I.V.G.
Proposta di un “consenso” informato per il documento dell’I.V.G. (vedi copia da lucido).

DICHIARAZIONE DI CONSENSO INFORMATO PER L’I.V.G.
La sottoscritta Sig.ra/na (cognome, nome) nata a (luogo) il (data), residente/domiciliata a (luogo), avendo fatto richiesta di I.V.G. ai sensi della legge n. 194/78 presso:
 il Consultorio Familiare (luogo, denominazione, ASL di appartenenza);
 il Medico di Medicina generale di fiducia (nome, cognome, ASL di appartenenza);
 il Medico specialista ginecologo (nome, cognome) della struttura sanitaria pubblica (denominazione, ASL o Azienda Ospedaliera di appartenenza),
DICHIARA
A) di avere ricevuto le seguenti informazioni inerenti:
 l’epoca di gravidanza: a) secondo l’amenorrea (U.M.) =
settimana …………..

se U.M. incerta: b) epoca stimata ecograficamente =
settimana …………..

  • lo stato dell’embrione o degli embrioni (se gravidanza gemellare) = stadio di sviluppo ed organogenesi;
  • la presenza o assenza di potenziale rischio di anomalie o malformazioni fetali e relativi accertamenti diagnostici;
  • le procedure tecniche di esecuzione della I.V.G.;
  • il rischio di conseguenze fisiche e psichiche post-I.V.G.;
  • i diritti di lavoratrice e di madre e gli eventuali interventi di carattere sociale cui fare ricorso (art. 5).

B) Di avere rappresentato le seguenti motivazioni o cause che la espongono a serio pericolo (entro i 90 giorni) per la sua salute fisica o psichica (art. 4)…. a grave pericolo (dopo i 90 giorni).
C) Di avere ottenuto dal medico consulente le seguenti possibili soluzioni ai problemi esposti (art. 5), anche attraverso la collaborazione di associazioni di volontariato (art. 2), allo scopo personalmente contattate o non contattate (nome delle Associazioni e sede)
D) Di aver/non aver esaminato le possibili soluzioni prospettate con il padre del concepito (art. 5);
E) Di rispettare i tempi previsti, 7 giorni, dal rilascio del documento prima di sottoporsi alla I.V.G.;
ovvero di voler effettuare l’I.V.G. prima dei 7 giorni per i seguenti motivi di urgenza, riconosciuti / non riconosciuti dal medico consulente (art. 5)……..
F) Di allegare questo consenso informato al documento per l’I.V.G. e di consegnarlo alla struttura sanitaria autorizzata presso la quale si effettuerà l’intervento.
G) Di riconsegnare la presente dichiarazione al medico di fiducia / consultorio familiare / servizio ostetrico-ginecologico presso il quale viene presentata la richiesta per l’I.V.G., qualora la sottoscritta intenda recedere da tale decisione, portando avanti la gravidanza.

Luogo e data Timbro del
servizio ost. gin.
consultorio
medico di m.g. Firma del richiedente l’I.V.G.

Firma del medico consulente

3) Colloquio post-I.V.G..

– Punti oscuri nelle statistiche nazionali sulla I.V.G. (vedi sintesi da lucido).

PUNTI OSCURI NELLE STATISTICHE NAZIONALI SULLE I.V.G.

  • Quali motivazioni o cause inducono le donne ad abortire (entro e dopo i 90 giorni di gravidanza).
  • Quante gravidanze sono proseguite (IVG evitate) dopo consulto presso: consultori pubblici, medico di famiglia, struttura ost. ginecologica.
  • Quante e quali le cause rimosse e con quali risorse.
  • Quante I.V.G. sono dovute al fallimento dei metodi di contraccezione o di controllo della fertilità (quali?)
  • Quanta e quale “contraccezione d’emergenza” praticata e a quali donne (minorenni, nubili, coniugate) presso Consultori, medici M.G., strutture ostetrico-ginecologiche.

5) PREVENZIONE DELL’I.V.G. NEI CONSULTORI
 Informazione agli adolescenti (cosiddetta “educazione sessuale” nelle scuole).
 Informazione alle donne o alle coppie negli incontri di “preparazione al parto” offerti gratuitamente dalla ASL.
 Prescrizione e/o somministrazione diretta di “contraccettivi d’emergenza” (pillola del giorno dopo).
 Prescrizione di contraccezione ormonale ordinaria (pillola estroprogestinica) o applicazione e controllo di I.U.D. (spirale).

6) PROBLEMI ETICO-GIURIDICI APERTI
 Quale verifica dello Stato circa l’applicazione degli artt. 2 e 5 della Legge n. 194/78 da parte di chi rilascia il documento (certificato) per l’I.V.G.
 L’obiettore di coscienza nei Consultori familiari pubblici.
 L’obiezione di coscienza interpretata dai medici di M.G. (non esime dal redigere il certificato per l’I.V.G. (vedi parte II, Regole e responsabilità dell’esercizio professionale. Guida all’esercizio professionale per i medici-chirurghi e gli odontoiatri, a cura della FNOMC e O, pp. 364-367).
 La prescrizione di farmaci o sistemi contraccettivi con azione abortiva da parte del medico “obiettore di coscienza”.

7) ESITI SULLA SALUTE RIPRODUTTIVA DELLA DONNA, DELLA COPPIA E SULLA POPOLAZIONE GIOVANILE DOPO OLTRE 25 ANNI DI C.F. IN ITALIA

1) Diminuzione del numero delle I.V.G. (legali e clandestine)
2) Aumento della contraccezione “Abortiva precoce” (cripto abortiva) (pillola e.p.; pillola del giorno dopo; I.U.D.)
3) Aumento della sterilità e infertilità (femminile, maschile, di coppia)
4) Aumento della denatalità
5) Aumento delle M.S.T.

ESITI SULLA POPOLAZIONE GIOVANILE

1) Aumento della informazione sulla sessualità (nelle scuole)
2) Abbassamento dell’età di inizio dei rapporti sessuali
3) Aumento dei rapporti sessuali nella popolazione giovanile minorenne
4) Aumento del tasso di abortività nelle minorenni negli ultimi anni (dal 1995 al 1999).
5) Diminuzione del coinvolgimento della famiglia (genitori) nella educazione sessuale, nelle scelte procreative (contraccettive e abortive) del figlio/a minorenne.