Un commento al convegno di Marisa Orecchia
Il “bambino in braccio” con la fivet è ancora il privilegio di una coppia su cinque e pertanto questa pratica si connota in realtà come l’offerta di una medicina irresponsabile che, a fronte di risultati così scarsi compie notevolissimi danni, quali la perdita prevista e programmata di percentuali altissime di embrioni (93-95%) e il danno a carica della donna a causa della sindrome da iperstimolazione ovarica che, tra l’altro, riduce a sua volta la ricettività endometriale e influisce negativamente sull’impianto dell’embrione.
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