L’ONU E LA “SALUTE RIPRODUTTIVA”

MICHEL SCHOOYANS
PROFESSORE EMERITO ALL’UNIVERSITÀ DI LOVANIO
CONSULTORIO DEL CONSILIO PONTIFICIO PER LA FAMIGLIA

L’ONU ha come fondamento due documenti di riferimento. Il primo, è la Carta di San Francisco (1945); è il documento che creò l’ONU e ne definì la struttura istituzionale. L’ONU è un’assemblea di Stati Sovrani. La Carta riconosce l’uguaglianza degli stati membri, ma attribuisce un ruolo notevole al Consiglio di Sicurezza. Il secondo è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948). Da questo documento, risulta che la promozione dei diritti dell’uomo ovunque nel mondo è la ragione d’essere dell’ONU; e ciò giustifica la sua missione. Tutti gli stati sono invitati a sottoscrivere questa dichiarazione e a tradurla nelle proprie legislazioni. È sul riconoscimento ed estensione universale di questi diritti che potranno essere basate le nuove relazioni internazionali.

Da parecchi anni, tuttavia, si osserva una evoluzione della percezione che l’ONU ha oggi, a proposito dei diritti dell’uomo. L’ONU dà un posto sempre più importante alla Terra e all’ambiente. Prepara, per esempio, una Carta della Terra, specie di dichiarazione dei “Diritti” della Terra. L’uomo non sarebbe che il prodotto effimero di una evoluzione della materia, una materia dalla quale è uscito e alla quale ritornerà alla sua morte. Da questo fatto l’ONU abbandona l’antropocentrismo che caratterizza tutta la tradizione giuridica occidentale. Questo antropocentrismo si trova nel cuore del messaggio giudaico-cristiano, ma lo si ritrova anche nella tradizione romana, nel diritto romano. Lo stesso antropocentrismo è esaltato nel Rinascimento e proclamato da tutti i difensori della Scuola Moderna di Diritto Naturale. È questo antropocentrismo che l’ONU cerca oggi di detronizzare a favore dei cosiddetti “diritti della natura”. Questo, tuttavia, non è il solo precedente messo in azione dall’ONU per disattivare la Dichiarazione del 1948. Questa dichiarazione proclamava i diritti dell’uomo, si inchinava davanti alle verità riguardanti l’uomo; diritto alla vita, diritto alla libertà d’espressione, di associazione, di religione, di formare una famiglia, ecc. Ormai l’ONU abbandona il riferimento alla verità. Su se stesso l’uomo è incapace di dire una verità che tutti riconoscono. Si naviga qui nel relativismo, nello scetticismo, nell’agnosticismo totale. Tuttavia, come noi siamo pressati dalla necessità dell’azione, bisogna prendere delle decisioni. Ne discuteremo ovunque, e al termine di un processo dove ognuno esporrà la sua opinione, decideremo ciò che è giusto. La giustizia ormai non ha più legami con la verità. Una decisione è giusta perché è il prodotto di un consenso. Arrivare al consenso è dunque diventata la pratica dell’ONU nelle riunioni che organizza. Ora una volta acquisito il consenso tra i suoi membri, l’ONU si sforza di tradurre questo consenso in convenzioni internazionali. Queste una volta ratificate, acquisteranno forza di legge negli stati che le hanno sottoscritte; le convenzioni di solito prevalgono perfino sulle autorità legislative degli stati. L’ONU si è anche dotata di un Comitato incaricato di vigilare sul seguito delle convenzioni. Grazie a questo sotterfugio, l’ONU riduce notevolmente il potere dei governi, dei parlamenti, del potere giudiziario delle nazioni; tende ad abbattere la sovranità degli stati.

Su questi tre punti essenziali, l’antropocentrismo, il consenso e la sovranità, l’ONU non rispetta i principi che hanno giustificato la sua creazione e che legittimarono, in origine, la sua missione. Mette in pericolo la sovranità degli stati e i diritti dell’uomo.
Andiamo a presentare, a passare in rassegna alcuni esempi recenti che dimostrano ciò che l’ONU fa delle sue referenze d’origine.

ALCUNE CONFERENZE RECENTI

I DIRITTI DEL BAMBINO

Nel 1989 fu adottata la Convenzione dei Diritti del Bambino. Questa Convenzione, insieme ad altri documenti riguardanti i diritti del bambino, sono oggi oggetto di tentativi di riscrittura. All’inizio di settembre 2001 si tenne a New York una riunione preparatoria per il Vertice sull’Infanzia. Questo Vertice doveva tenersi dal 19 al 21 settembre 2001 ma è stato rimandato al mese di maggio 2002 in seguito all’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001. Ora, alla riunione preparatoria, John Kauffmann, delegato del Canada, sostiene ciò che l’ONU chiama i “servizi di salute riproduttiva”. Interrogato dal delegato statunitense, Terry Miller, sulla natura di questi “servizi”, Kauffmann, dovette ben riconoscere che questi servizi comportano l’accesso degli adolescenti all’aborto, alla contraccezione, alla pillola del giorno dopo. Era necessario consentire l’accesso a queste pratiche al riparo da ogni intervento dei genitori. Da lì, l’UNICEF, appoggiata da altre agenzie dell’ONU, intendeva liberalizzare l’aborto tra gli adolescenti, allontanare i genitori dai figli, screditare la maternità e rovinare in modo grave il tessuto familia

LA CONDIZIONE DELLA DONNA

Nel 1979 fu adottata la Convenzione per l’Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione Contro le Donne (CEDAW); questa Convenzione è entrata in vigore il 03/09/1981. Questo documento fu completato nel 1999 con un Protocollo Aggiuntivo, entrato in vigore il 22/12/2000. Questi due documenti sono divenuti oggetto di letture diverse e sono costantemente invocati dai movimenti femministi.
Tra le riletture contorte, bisogna citare quella che apparve nel rapporto pubblicato nel 2000 dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO). Questo rapporto ha come principale co-autore Rebecca Cook, combattiva veterana del femminismo anti-materno. E’ una questione segnata, nella terza parte, dei “Diritti dell’Uomo ad una Maternità senza Rischi”. Lo scopo di questo documento è di arrivare a far cambiare le legislazioni, sia nazionali che internazionali, che costituiscono un ostacolo ai “nuovi diritti dell’uomo” in materia di aborto, di contraccezione, di sterilizzazione definitiva. Questo documento ha, tra gli altri, lo scopo di preparare la riunione delle Commissioni sullo Statuto della Donna e la Salute Riproduttiva, che deve tenersi a New York dal 4 al 15 marzo 2002. I redattori di questo documento dovrebbero pertanto ricordarsi ciò che diceva Katheryn Hoomkwap, porta parola della Santa Sede, all’epoca dell’Assemblea Speciale delle Nazioni Unite, “Donne 2000” tenutasi a New York dal 5 al 10 giugno 2001. Forte delle constatazioni che ha potuto fare nel suo paese, la Nigeria, Mrs. Hoomkwap ricordava che ciò di cui le donne hanno bisogno è acqua potabile, cibo per i loro figli, scuole, ambulatori ed ospedali per curare e non per mutilare.

IL “KIT DEI CONTRACCETTIVI”

La preoccupazione invadente dell’ONU si è espressa nel 1999 nell’Inter-Agency Field Manual pubblicato con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, dell’Oms e del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (FNUAP). Questo manuale di propaganda è datato 1999 e si compone di non meno di 238 pagine. C’era bisogno di tutto ciò per aiutare i rifugiati, e soprattutto le rifugiate, proponendo loro dei “kit contraccettivi”, la contraccezione d’urgenza, la pillola del giorno dopo, la sterilizzazione contraccettiva, l’aborto. Il trio dell’ONU approfittò del manuale per diffondere i suoi incoraggiamenti al “sesso senza rischi”, cioè all’irresponsabilità nelle relazioni sessuali. Le stesse tesi sono riprese nel 2000 nel “Salute Riproduttiva Durante i Conflitti e gli Spostamenti” così come nel 2001 nel “Contenuto di Servizio Minimo Iniziale”. I destinatari-beneficiari di questi programmi di “aiuto” erano, nel 1999, le rifugiate del Kosovo. A quell’epoca, sotto la direzione del suo capo agenzia, Olivier Brasseur, le FNUAP patrocinava gli aborti nei campi profughi kossovari. Alcuni assicurano persino che questi programmi rispondevano all’invito di Milosevic, desideroso di far diminuire la natalità tra i kossovari. Fine 2001, un programma del tutto simile, supervisionato di nuovo da Olivier Brasseur, fu lanciato tra le rifugiate afgane in fuga verso il Pakistan, il Tadjikistan, il Turkménistan, l’Uzbekistan.

UNA NOTA STORICA DELLA SANTA SEDE

E’ nel contesto del conflitto afgano che la Santa Sede decide di pronunciarsi su questi programmi d’aiuto alle rifugiate. Pubblica un documento, conciso ma importante, nel quale, mettendo da parte il linguaggio duro, è studiata la salute riproduttiva dei rifugiati, “Nota per le Conferenze Episcopali”. L’importanza di questo testo appare dal fatto che è pubblicato congiuntamente dal Consiglio Pontificio per la Pastorale della Salute, dal Consiglio Pontificio per la Pastorale degli Emigranti e delle Persone in Viaggio e dal Consiglio Pontificio per la Famiglia. L’importanza di questa Nota appare anche dal fatto che il testo è subito disponibile in quattro grandi lingue internazionali. Infine, il testo è destinato a tutte le conferenze episcopali. In effetti, il tema analizzato supera il quadro dei problemi con i quali si confrontano i rifugiati. Tutte le conferenze episcopali sono invitate a esaminarli perché in un modo o nell’altro sono considerati dai programmi relativi a ciò che l’ONU chiama con una antifrase la “salute riproduttiva”. Secondo la loro nazionalità, le conferenze episcopali sono invitate a chiedersi se il loro paese è “beneficiario” di questi programmi, o meglio se il loro paese sovvenziona questi programmi quando sono destinati ad altre nazioni, o ancora se il loro paese applica ai propri cittadini questi programmi dettati dall’esterno. Le conferenze episcopali sono dunque invitate ad inserirsi nell’azione delle autorità pubbliche, nazionali, intergovernativi e internazionali, così come sull’azione degli Organi non Governativi, in primo luogo di quelli, in apparenza temibili, della Federazione Internazionale della Pianificazione Familiare. Non esitiamo a scriverlo, per le Conferenze Episcopali c’è di che vivere e delle sorprese in vista.

Il documento della Santa Sede è stato messo in cantiere in occasione degli eventi del Kosovo; la sua messa a punto e la sua pubblicazione è stata ritardata per diverse ragioni; è stato finalmente pubblicato il 14/09/2001. A questa data, la Nota non poteva evidentemente tener conto del dramma dell’11 settembre. Purtroppo, la guerra iniziata ad ottobre in Afghanistan con il suo carico di orrori doveva confermare in modo tragico l’opportunità e l’urgenza di questa coraggiosa pubblicazione.

Bisogna, tra l’altro, aggiungere che gli ambienti musulmani cominciano ad interrogarsi sulla sollecitudine della coalizione dell’ONU nel preoccuparsi della “salute riproduttiva” delle donne islamiche. Senza dubbio, assistiamo alla nascita di una presa di coscienza il cui protrarsi e le ricadute saranno uno dei più grandi problemi del XXI° secolo.

L’AMBIENTE

L’interesse dell’ONU per i temi legati alla salute riproduttiva sembra senza limite. Si manifesta persino a proposito di ciò che riguarda l’ambiente.
Dalla Conferenza di Rio, del 1992, cioè dal Vertice per la Terra, l’ONU si è spesso interessata all’ambiente. Ricordiamo semplicemente a proposito la Conferenza di Istanbul, del 1996, sull’Habitat. Segnaliamo anche la Carta della Terra in via di elaborazione avanzata.

Ora in questo rapporto su “Lo Stato della Popolazione Mondiale 2001” il FNUAP si fissa su ciò che ritiene essere un grave problema: Popolazione e Cambiamenti Ambientali. Riproponendo ed amplificando le tesi di fuoco del Comandante Cousteau e di Maurice King, i redattori di questo rapporto pendono a favore della salute, non per l’uomo, ma per l’ambiente.
Se vogliamo salvare la Terra, bisogna, secondo questa agenzia dell’ONU, controllare la crescita della popolazione mondiale. Le tesi qui sviluppate hanno chiaramente subito l’influenza della New Age. La Terra è nostra madre; è Gaia, deve essere adorata come una provvidenza del tutto materiale. Le risorse della Terra ben presto verranno a mancare, a causa di un eccesso di uomini sulla Terra. La crescita della popolazione è un ostacolo allo sviluppo. Le tesi provenienti dall’OMS ci avevano già fatto capire che per “salute pubblica” bisognava intendere “salute della società” e non la salute di tutte le persone malate. Purtroppo è stato superato un limite nella scalata dell’ONU: non c’è “sviluppo duraturo” senza salute “ambientale” né salute “ambientale” senza politica di controllo dell’incremento della popolazione: CQFD, ciò che bisognerebbe dimostrare.
Il rapporto del FNUAP ci annuncia dunque ciò che sarà il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Duraturo (Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile WSSD), che deve tenersi a Johannesbourg dal 2 all’11 settembre 2002. L’ONG Organizzazione Femminile per lo Sviluppo e l’Ambiente (WEDO) sta organizzando una consulta su “Azione Femminile per la Salute del Pianeta”.

Le posizioni ostentate dall’ONU in materia di ambiente non sembrano tuttavia approvate all’unanimità. Si è visto nella Conferenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) che si è conclusa il 14/10/2001 a Doha (Qatar). Tra i paesi in via di sviluppo, tre giganti – India, Pakistan, Brasile – hanno dichiarato che non era questione, per loro, di dare la precedenza all’ambiente. Ciò che chiedono tutti i paesi in via di sviluppo, è la fine del protezionismo dei paesi ricchi; è l’accesso allargato ed equo ai mercati mondiali, sono le medicine che rispondano ai bisogni delle popolazioni maggiormente esposte alle malattie da povertà e all’AIDS.
A proposito di ambiente, ritroviamo la stessa conclusione da noi citata in relazione alla salute riproduttiva delle donne e dei bambini; nei paesi in via di sviluppo, se prenderanno coscienza del ruolo delle agenzie ONU nel controllo della popolazione, le reazioni non potranno che essere forti e probabilmente violente.

Potranno nascere dissensi all’interno dell’ONU stessa. Le istituzioni ONU che si occupano di popolazione non hanno tutte lo stesso atteggiamento. Così, la Divisione della Popolazione, organo rispettabile del Consiglio Economico e Sociale ha pubblicato nel 2001 il Monitoraggio Mondiale della Popolazione 2001. Questo rapporto propone tesi vicine a quelle esposte dal celebre economista e demografo nord americano, Julian Simon. Il rapporto insiste soprattutto sull’invecchiamento generale della popolazione mondiale. Questo tema sarà trattato nella conferenza preparatoria alla Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento. Questa conferenza si terrà a New York dal 25 febbraio al 1° marzo 2002. Sarà seguita dalla II° Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento prevista a Madrid dall’8 al 12 aprile 2002.
Conviene tuttavia restare prudenti, perché l’opposizione, o tutt’al più la divergenza, che sembra delinearsi tra la Divisione della Popolazione e il FNUAP è minore di quanto appare a prima vista. Anche se la Divisione della Popolazione gode di un credito scientifico che il FNUAP non ha, non è meno vero che si trova un evidente identità di linguaggio tra i due organismi. Entrambe invocano i “diritti riproduttivi” il “rispetto dell’ambiente” lo “sviluppo duraturo”, ecc.