“LA CONTRACCEZIONE, UNICA STRADA?”

Di Medua Boioni Dedé

Ringrazio, innanzitutto, di cuore Giuseppe Garrone e l’organizzazione del Convegno per avermi invitato, ancora una volta, a partecipare ai lavori, li ringrazio per la stima che così mi hanno manifestato.
Sono qui per presentare la mia piccola esperienza di servizio, ma sono qui anche a nome di tutti gli insegnanti dei metodi di regolazione naturale della fertilità dei diversi Centri d’Insegnamento italiani, che sono impegnati in prima linea per diffondere i valori dell’amore e della vita.

Prima di affrontare direttamente il tema affidatomi vorrei riprendere la domanda che sta alla base di tutto questo convegno: la contraccezione può essere considerata veramente una valida prevenzione dell’aborto procurato?
Ora, già ieri abbiamo visto i dati che parlano chiaro, ma vedremo che anche l’esperienza ci porta a rispondere di no.

Ma può essere utile riflettere per chiederci: che cosa spinge le persone a ricorrere alla contraccezione? Infatti, è dall’analisi delle cause che spesso possiamo cogliere suggerimenti su possibili linee di intervento per tentare di modificare la realtà.
La mia esperienza mi ha suggerito alcune possibili motivazioni.

Tra le più diffuse troviamo:

– la paura della gravidanza
– la sessualità ludica
– la sessualità deresponsabilizzata
– la sessualità impulsiva
– la percezione della fertilità come problema, come realtà da negare o da rifiutare, invece che viverla come un valore, come un dono prezioso ricevuto gratuitamente, e quindi come ricchezza per la persona umana.

Qualunque sia il motivo di partenza, ciò che accomuna queste persone è la mentalità contraccettiva, che ne caratterizza l’atteggiamento di fondo: il rifiuto della persona del figlio, ma anche il rifiuto stesso della possibilità del concepimento, in quanto l’evento viene cancellato dal loro orizzonte mentale.

Tutti noi sappiamo, e ce lo ha confermato ieri anche il dott. Filardo, che non esistono mezzi o metodi che possano vantare un’efficacia contraccettiva pari allo 0 assoluto (neanche la sterilizzazione!), anche se a livello sociale questa informazione viene spesso ignorata, volutamente o inconsciamente. E’ un fatto, invece, che questa realtà debba essere fatta conoscere il più possibile, pertanto è bene ribadire che chi vive una sessualità agita, per questo solo fatto si espone alla possibilità di concepire.
Questo, a mio parere, costituisce già un primo sano principio di prevenzione del rifiuto del concepito, riportando – cioè – nell’orizzonte culturale e personale questa eventualità al posto che le spetta, ribadendo che la gravidanza è un evento fisiologico che segue ad un ben preciso comportamento, quando tale comportamento viene messo in atto in un periodo fertile!
Educare le persone, e soprattutto i giovani, a questo dato di realtà è aiutarle a prendere coscienza di ciò, a confrontarsi con essa e ad assumere, di conseguenza, comportamenti adeguati.

Ma certo non basta! Come si può allora cercare di prevenire in modo radicale ed intelligente il ricorso all’aborto procurato?

A mio parere occorre agire a livello educativo per tentare di modificare mentalità e comportamenti.
Una strada che può contribuire alla realizzazione di questi obiettivi è quella della proposta dei Metodi Naturali per la regolazione della fertilità.

E’ lecito chiedersi: per quale motivo i Metodi Naturali possono tentare di realizzare tutto ciò?

Prima però di rispondere e di entrare quindi nel merito, ritengo di dover sgombrare il campo da alcuni pregiudizi, ancora molto radicati nella società, circa la validità scientifica dei Metodi Naturali.
E’ evidente che gli strumenti offerti alla coppia in alternativa alla contraccezione debbano godere di grande affidabilità, in particolare sul piano scientifico, per poter essere presi in considerazione. (ndr: faccio osservare che mi riferisco sempre ad un’affidabilità “scientifica” dei Metodi Naturali e non ad un’efficacia “contraccettiva”, perché siamo di fronte a strumenti essenzialmente e profondamente differenti tra loro).

Oggi come oggi nessuno, che sia minimamente informato e dotato di onestà culturale, può negare che i metodi naturali abbiano una comprovata validità scientifica. Infatti si moltiplicano gli studi scientifici e le ricerche che provano, al di là di ogni dubbio, il valore scientifico dei più moderni metodi di regolazione naturale della fertilità (i Metodi Sinto-Termici e il Metodo dell’Ovulazione Billings), come “strumenti” che le persone possono avere a disposizione per la procreazione responsabile, utilizzabili durante tutta la vita fertile della coppia e secondo i suoi progetti. E la ricerca in questo campo continua.
Il loro approccio è di tipo scientifico: infatti, essi promuovono la conoscenza dei ritmi della fertilità, per permettere l’attuazione di comportanti responsabili e coerenti con le scelte progettuali della coppia.
Altra cosa è l’approccio della contraccezione che non si cura di conoscere il dato “fertilità”, ma semplicemente interviene a manipolare, a diversi livelli e secondo il mezzo utilizzato, la fisiologia o la dinamica del gesto sessuale, non senza, peraltro, conseguenze anche serie.
Ma non dobbiamo dimenticare che anche i metodi naturali possono essere usati come dei contraccettivi, sia pure ecologici, e pertanto essere utilizzati con una mentalità contraccettiva.

Come possiamo allora fare in modo che essi possano, invece, contribuire a modificare la mentalità contraccettiva?
Ritengo si possa agire a diversi livelli e in diversi modi, a seconda delle motivazioni che spingono le coppie al rifiuto del concepimento.
Se alla base del rifiuto c’è la paura della gravidanza, che talvolta può divenire addirittura angoscia, e che può presentare certamente più di una causa, il compito dell’insegnante dei metodi naturali è quello di aiutare la coppia ad affrontare insieme tale paura, attraverso il dialogo, il confronto all’interno della coppia e con l’insegnante stessa, per portare a livello cosciente le vere cause di tale paura. Nel frattempo l’apprendimento del metodo naturale, offre agli sposi uno strumento di conoscenza di grande efficacia scientifica, attraverso il cui uso essi possono acquisire una sempre maggiore sicurezza e serenità. Se entrambi gli aspetti vengono ben affrontati, abbiamo potuto osservare coppie che, pian piano, hanno maturato nel tempo una graduale apertura, prima di tutto a livello mentale, verso la possibilità del concepimento, giungendo talora perfino a ricercare un nuovo concepimento, perché convinti che quanto temevano era del tutto o in buona parte ingiustificato.

Non c’è come portare a livello cosciente le nostre paure per imparare gradualmente ad affrontarle, e pr accorgersi che molte volte esse mostrano tutta la loro inconsistenza e finiscono con il dissolversi come le ombre della notte con il sopraggiungere della luce del sole. (Es: A volte il rifiuto è aprioristico e irrazionale, quasi scontato per una sorta di condizionamento sociale! In questi casi aiutare la coppia a razionalizzare la scelta, cercando i motivi del rifiuto, permette loro di scoprirne l’inesistenza di tali motivi sul piano razionale, oppure l’errata attribuzione al coniuge dell’esclusione del figlio. E’ incredibile quanto manchi il dialogo nelle coppie! Agevolarlo, favorirlo, stimolarlo a volte è già un buon metodo perché si modifichi l’atteggiamento verso la gravidanza).

Quando invece incontriamo coppie che vivono una sessualità immatura, basata sulle tendenze pulsionali, o una sessualità deresponsabilizzata, gli insegnanti dei Metodi Naturali hanno il delicato compito di educare e stimolare l’autoeducazione della coppia, presentando innanzitutto l’autentico significato della sessualità umana, che è incontro, accoglienza reciproca e dono totale e gratuito di sé: dono della totalità della propria persona al “tu” amato. E’ scoperta della centralità della persona del “tu” nella propria vita, nel proprio cuore e nella propria mente, in un continuo “lavoro” di autoeducazione per decentrarsi dal sé e centrarsi sul “tu”, sulla sua persona, sulle sue attese, sulla sua realizzazione.

Significa anche scoprire che se è bello e gradevole essere amati, è ancora più gratificante e intimamente gioioso amare di tutto cuore il proprio sposo o la propria sposa.

Quando ci si impegna in questo cammino di autoeducazione e si vive l’accoglienza reciproca, non è più possibile compiere quel gesto di grande egoismo che è il rifiuto di quella vita appena sbocciata: il figlio che è il frutto prezioso di quell’amore vissuto alla luce dei valori appena citati e che così faticosamente sono stati prima scoperti, poi conquistati, e continuamente riscoperti nel rinnovarsi quotidiano dell’amore sponsale autentico.

Questo servizio educativo viene svolto dall’insegnante dei metodi naturali attraverso l’accompagnamento della coppia durante l’apprendimento del metodo prescelto, condividendo con loro la fatica e la sofferenza per le cadute, attraverso l’offerta del sostegno e dell’incoraggiamento costante, e partecipando alla gioia per la scoperta dei valori e per le conquiste raggiunte. E’ scoprire e vivere con la coppia il valore pedagogico dei Metodi Naturali.
E’ importante che le coppie non si accontentino di una sessualità ripetitiva, impulsiva, basata sul piacere effimero dei sensi, ma sia stimolata ad un sempre maggior impegno per poter crescere e maturare ogni giorno di più, fino a saper vivere la gioia dell’incontro d’amore e dell’estasi sessuale.

In tal modo avremo sempre più coppie soddisfatte della loro vita coniugale e sessuale, una “culla d’amore” pronta ad accoglierne i frutti, e così sarà scongiurato il pericolo che qualche “frutto” venga “rifiutato” o “scartato”; anzi potrà accadere, al contrario, che la famiglia si apra ancor più all’accoglienza anche di quei bambini meno fortunati che potrà incontrare.
Tutti sappiamo che l’amore non può che generare amore, ciò vale anche per l’accoglienza, che genera ed educa all’accoglienza.
I figli che saranno stati accolti con amore, a loro volta, in quanto cresciuti in una famiglia accogliente, saranno anch’essi capaci di accoglienza, anche nella loro vita adulta.

Questa è la civiltà dell’amore che tanto è auspicata dal Santo Padre e citata anche dal Magistero della Chiesa in vari documenti; é quella realtà che ci auguriamo si diffonda sempre più nel mondo, anche attraverso il nostro piccolo contributo di insegnanti dei metodi naturali.

Questo impegno educativo trova la sua sintesi in quello che noi definiamo come educazione allo “stile di vita” dei Metodi Naturali. L’insegnante, infatti, non può limitarsi alla trasmissione di una tecnica o della pratica di tali metodi senza preoccuparsi di svolgere in pieno anche questo suo compito educativo: se così facesse, fallirebbe nel proprio servizio di insegnamento, che resterebbe monco proprio della parte più importante: quella necessaria per differenziare l’opera di promozione dell’amore coniugale e di una autentica maternità e paternità responsabile, dalla cosiddetta “contraccezione naturale”, quella alla quale mi riferivo poco fa quando ho affermato che anche i metodi naturali possono essere vissuti con una mentalità contraccettiva.
L’attenzione alla promozione dello stile di vita dei metodi naturali, garantisce quell’opera educativa tanto importante proprio ai fini di una reale prevenzione dell’aborto procurato.

A questo proposito faccio riferimento alla mia esperienza di insegnante e di formatrice di insegnanti dei metodi per la regolazione naturale della fertilità, che dura da quasi un quarto di secolo, per la quale posso affermare che laddove si è curata la promozione dello stile di vita dei metodi naturali a fianco del loro insegnamento pratico, non ho mai incontrato coppie che abbiano abortito volontariamente un figlio giunto inatteso, durante l’uso di tali metodi. I dati statistici del Centro Lombardo Metodo Billings (C.Lo.M.B.) che si riferiscono alla regione Lombardia, dal 1979, aggiornati al 1999 anche se ancora in modo incompleto, hanno registrato in 20 anni di servizio: 9 gravidanze da limite biologico del metodo su quasi 20.000 cicli esposti al concepimento. Nessuna di queste donne ha abortito volontariamente; nemmeno tra quelle, che hanno registrato un concepimento attribuibile all’insegnamento e/o all’apprendimento e che sono state 46 sempre in 20 anni, nemmeno tra queste si è fatto ricorso all’aborto procurato. Non solo, ma nella stragrande maggioranza queste coppie hanno, in ogni caso, continuato ad utilizzare i metodi naturali.

Ciò significa che hanno comunque scoperto, in questa loro scelta, dei valori irrinunciabili.
La mia esperienza di insegnante, quindi, mi suggerisce che è di fondamentale importanza impegnare ogni energia e risorsa nella proposta dello stile di vita dei metodi naturali, perché al di là dell’insegnamento pratico degli stessi, che è certamente un aspetto importante, ciò che davvero può operare un cambiamento di mentalità è la testimonianza della possibilità, per ogni coppia di buona volontà, di vivere una sessualità gioiosa e generosamente aperta alla vita, secondo la visione antropologica personalista.
Prima di concludere vorrei però soffermarmi brevemente ancora su un aspetto di grande importanza proprio per la prevenzione dell’aborto, che tanto ci sta a cuore.
Tutto il lavoro che noi insegnanti dei metodi naturali svolgiamo è certamente di grande utilità nella prevenzione dell’aborto procurato, come ho appena detto, ma le persone che si rivolgono a noi per intraprendere tale cammino sono ancora una minoranza.

Come fare perché la nostra società divenga più ricettiva a questa nostra proposta, e promuovere così anche la diffusione di una mentalità nuova, quella appunto dell’accoglienza, che contrasti la diffusione della mentalità contraccettiva?

Questa è una domanda che da molto tempo ci siamo posti e alla quale abbiamo cercato di rispondere con delle proposte concrete sul piano educativo.

Ci sembra di fondamentale importanza creare le giuste premesse, perché le persone siano più sensibili alla proposta dei metodi naturali, soprattutto in età giovanile. Abbiamo identificato tali premesse nell’educazione a quei valori che possiamo definire come fondamentali per la costruzione di quell'”humus” spirituale, umano e valoriale della persona in maturazione, sul quale possa innestarsi la proposta dei metodi naturali. Un’educazione, questa, che non può iniziare nell’adolescenza o nella giovinezza, perché sarebbe già troppo tardi! Essa deve prendere le mosse fin dalla prima infanzia, taluni sostengono addirittura a partire dal concepimento!

Tra questi “valori” ve ne sono alcuni che possiamo ben definire come irrinunciabili, come essenziali.
Ne accenno brevemente un paio:
* – l’educazione al “sacrificio”. Può apparire come un discorso duro, un discorso d’altri tempi, ma dall’analisi delle problematiche che emergono anche dai fatti sconvolgenti ai quali, quasi quotidianamente, la televisione ci pone di fronte, da più parti si comincia finalmente a richiamare l’esigenza di educare i bambini a saper procrastinare la soddisfazione di un bisogno immediato per un valore superiore, da raggiungere successivamente. Da molti anni noi cerchiamo di promuovere questo aspetto dell’educare alla maturità personale.

Ad esempio: la splendida abitudine di un tempo dei “fioretti” in Quaresima e nel mese di Maggio sono parte della memoria di molti di noi adulti non più giovanissimi; era una grande scuola di “sacrificio” per realizzare un valore superiore, che faceva bene al corpo e faceva bene all’anima! Sul piano dell’educazione all’amore e all’autodominio è una metodologia semplice, ma molto efficace e che può iniziare fin da piccolissimi a porre quelle basi, che saranno utilissime quando ben altri impulsi più prepotenti li agiteranno da adolescenti. E’ importante insegnare loro, fin da piccoli, che questi desideri e bisogni possono essere controllati e guidati (non repressi!). Così si contrasta quella misera visione dell’uomo come “essere necessitato” da bisogni incontrollabili (così diffusa oggi!).
E’ chiaro che ciò contrasta visibilmente con l’atteggiamento del “tutto e subito” che è tipico dei nostri ragazzi di oggi. Questo atteggiamento, quando viene assecondato, rende i ragazzi sempre più insoddisfatti, che finiscono poi con il volere sempre di più, col pretenderlo, fino ad essere disposti a tutto (talvolta anche all’omicidio, purtroppo!) pur di ottenere quanto desiderato, sempre più smodatamente. Nel campo della sessualità se si asseconda questo atteggiamento ci si trova di fronte a persone incapaci di amare, incapaci di porre attenzione al “tu”, che viene così strumentalizzato per servire da oggetto di soddisfazione di bisogni compulsivi sessuali e affettivi, persone che hanno perso persino il senso del prezioso valore personale del “tu”, con tutte le conseguenze che sono sotto i nostri occhi.

* – Un altro aspetto importante è l’educazione all’essere e non all’avere. Dobbiamo preoccuparci di educare la persona perché sappia sviluppare le proprie doti umane, così da aiutare la formazione di persone mature e responsabili, di persone capaci di autodominio, di rispetto di sé e degli altri. Come educatori dobbiamo convincerci, e convincere altri educatori, che educare, non solo è possibile, ma è doveroso. Non possiamo rinunciare a questo compito, nel timore di frustrare i nostri figli o educandi, o di ledere la loro libertà. Dobbiamo credere nella persona umana e nella sua capacità di crescere e maturare, ma dobbiamo aiutare queste “pianticelle” affinché crescano forti e diritte, aiutando i nostri ragazzi a scoprire le proprie doti e a maturarle in pienezza, a cogliere il progetto del Creatore su di loro, a saper orientarsi al Bene, guidandoli e sostenendoli nel cammino.
Su queste basi noi possiamo cercare di preparare il terreno fertile sul quale poi, nella giovinezza, possiamo seminare a piene mani la proposta dei Metodi Naturali. Tale proposta troverà certamente risposta, se avremo avuto buona cura nel preparare, appunto, il terreno adatto alla nuova seminagione. Se così sarà, avremo sempre più una società che avrà eliminato il più possibile il problema dell’aborto, perché sarà una società aperta, accogliente e serena.
Mi rendo conto che forse vi ho portato a guardare molto lontano, forse troppo rispetto alla nostra attuale situazione, ma se noi siamo a servizio della Verità e dell’Amore non possiamo che coltivare anche la Speranza, quella Speranza cristiana che è virtù teologale e che deve sostenere il nostro servizio al prossimo insieme con la Fede e la Carità; senza la forza che ci viene da queste Virtù il nostro agire sarebbe vano e destinato al fallimento!

In conclusione, per riallacciarmi al titolo del mio intervento, posso rispondere ora alla domanda “contraccezione, unica strada?” affermando che la contraccezione non solo non è l’unica strada per prevenire in maniera davvero efficace il ricorso all’aborto procurato, ma che è certamente la strada sbagliata per risolvere alla radice tale problema! Diffonderebbe, infatti, sempre più la mentalità contraccettiva che è la causa prima del rifiuto del figlio.

Al contrario i Metodi Naturali sono davvero “la strada”, la sola in grado di aiutare le persone a modificare la mentalità contraccettiva trasformandola in una mentalità aperta all’accoglienza dell’altro: di ogni altro, del proprio sposo o della propria sposa e del figlio ricercato, o da quello accettato quand’anche si presentasse in modo del tutto inatteso, ed anche nel caso che si presentasse “diverso” da come si sperava (pensiamo alle possibili malattie genetiche o ad altre patologie neonatali).
Mi permetto di concludere il mio intervento con una richiesta rivolta a tutti: quella di chiedere aiuto al Signore della Vita, perché sostenga il nostro servizio e faccia nascere sempre più persone che si impegnino a favore della vita umana in ogni ambito necessario: solo l’impegno educativo guidato dall’amore, infatti, può riuscire ad incidere nella mentalità contraccettiva e contribuire a trasformarla, gradualmente, in una mentalità accogliente.