Mentalità contraccettiva e consumismo sessuale
Jensen Luis
Saluto
In primo luogo vorrei ringraziare gli amici che mi hanno regalato l’opportunità di lavorare ancora con l’Italia: per me è un onore e una gioia.
Sento che, in qualche modo, posso continuare a cooperare con il progetto che abbiamo sognato di sviluppare insieme poco tempo fa e che stiamo cercando di fare adesso dal Cile; inoltre, l’argomento che mi è stato richiesto ha significato una sfida interessante per la sua grande attualità e perché è urgente sottolineare meglio una controproposta, dal punto di vista personalista, che io vorrei denominare il servizio alla vita, una vocazione d’amore personale.
Introduzione
Poiché il convegno si è svolto nella bellissima città di Torino, la città natale di Don Bosco, il gran pedagogo, vorrei seguire il suo consiglio che diceva:
“Non è sufficiente che il discepolo sappia intellettualmente che è amato, ma è necessario che lui lo percepisca, lo senta, che lo viva intensamente”
Dico questo perché, di fronte alla corrente del tempo imperante, che costituisce una mentalità, come si definisce nel titolo della mia trattazione: è fondamentale, è imperativo, è necessario creare una controcorrente che possa catturare tutti i valori, che coinvolga la visione attuale e che dia una risposta integrale e creativa.
Non possiamo continuare con la posizione del no con la quale fino adesso si è identificata la visione cattolica. Questo serve solo per creare anticorpi e rende più lontana la posizione della Chiesa in questi argomenti, in queste materie. La nostra forza è basata sul concetto di persona, dove la vocazione verso l’amore personale è intimamente vincolata:
- alla scelta per la vita, cioè alla paternità e maternità responsabile e generosa.
- alla concezione della vita come frutto dell’amore coniugale.
- alla procreazione della vita nel candido seno materno, come santuario della vita.
- al dare alla luce la vita, come il risultato di un progetto generoso di maternità.
- all’educazione della vita attraverso il servizio e la conduzione saggia, delicata e opportuna dei genitori, attraverso l’esercizio dell’autorità morale paterna e materna, che regala la testimonianza della consequenzialità personale e matrimoniale.
Qui si chiude di nuovo questo circolo del pensare, del vivere e dell’amare secondo la nostra dignità personale.
Il filo conduttore, il perno della nostra vita, il punto di vista della nostra posizione, il traguardo della nostra missione è l’amore personale nelle sue molteplici espressioni, coltivando la più ampia e profonda rete di vincoli interpersonali. Questo è il nocciolo della nostra corrente, della corrente con la quale dobbiamo rivoluzionare il nostro mondo, accendere di nuovo il cuore delle persone di buona volontà e creare un po’ alla volta un modello che possa fare fronte, in modo drastico, a quello che impera oggi.
La mentalità attuale ha creato uno stile di vita che tocca tutti gli aspetti dell’attività umana, a partire dai centri del potere fino alle famiglie, passando attraverso le scuole, le università, l’arte, i mass media ecc. Ha convinto l’uomo e la donna contemporanei che raggiungeranno la felicità attraverso la pura soddisfazione dell’impulso sessuale, come se questo fosse solo una necessità pratica, utilitarista che si appaga con un oggetto preciso, che si può comprare come qualsiasi altro. Seguendo questa strada è stata seguita tutta la corrente attuale del sesso sicuro, cioè godere senza prendersi infezioni e senza rimanere incinte.
Una mentalità vuol dire una forma particolare di vedere la vita e la sua realtà completa. E’ come un filtro che determina la visione e la comprensione della realtà. In qualche modo si adeguano i valori al modo di essere, agli interessi di ognuno, amputando la capacità di aprirsi ad altre possibilità di essere o di agire. Uno degli esempi più illustrativi che mi ha permesso di capire questo concetto della mentalità, l’ho vissuto personalmente come studente di medicina in una campagna per combattere la diarrea infantile in un villaggio rurale, in un contesto rurale. Uno degli obiettivi era mostrare le mosche come vettore dei germi e per questo abbiamo portato in questo villaggio un manifesto con una mosca in grande scala, attraverso la quale facevamo capire i meccanismi di trasmissione e di contaminazione. Dopo questa colta presentazione, salutando, mi si è avvicinato un contadino che mi ha detto: “Quello che ci avete detto qua a noi non serve, perché le nostre mosche sono piccole”. Questo è il nostro problema. Con la cultura contemporanea non abbiamo il linguaggio adeguato, opportuno, non siamo stati in grado di toccare i punti di interesse dell’uomo moderno e di dare una risposta convincente alle inquietudini, alle visioni, alle necessità dell’uomo moderno. Ed è qui dove Don Bosco ha acquisito tutta la sua importanza. Il linguaggio che dobbiamo usare è il linguaggio dell’amore sensibile, della testimonianza irresistibile di una vita, che ponga un interrogativo vitale verso l’altro. L’uomo attuale sa leggere solo le immagini, il libro della vita.
Per tutto quello che ho detto fino ad ora, voglio fare questa mia presentazione seguendo un parallelismo che metta, da un lato la visione attuale in rapporto con la contraccezione, e la nostra visione contrapposta che possiamo chiamare visione personalista. E questo vorrei farlo dal punto di vista antropologico, demografico, clinico, etico e infine religioso morale: vedendo anche l’aspetto politico, cioè dei diritti umani. E poiché si tratta di una visione cosmica, tra questi aspetti ce ne sono diversi che sono intimamente legati. Per problemi di tempo e di lingua, darò solo brevi cenni, ma vorrei in modo particolare poter svegliare l’urgenza e la necessità di sviluppare la nostra proposta in modo integrale, affinché possa toccare il cuore dell’uomo e della donna dei nostri giorni. In modo particolare toccare il cuore dei giovani.
Piano Antropologico
Concetto dell’individuo e dei suoi diritti
Alla base della mentalità e dello stile di vita attuale, evidentemente, c’è una concezione dell’uomo e della donna. Quello che è determinante è il considerarli solo individui della specie umana, come un animale superiore. Dunque quello che lo distingue è il tipo di necessità che deve soddisfare. Sul piano intellettuale è caratterizzato dal fatto che possiede un’ansia di conoscenza e di soddisfazione per poter acquistare beni di consumo e tranquillizzare l’impulso di possedere delle cose. Sul piano più sensibile c’è una ricerca dei piaceri corporali, dove il corpo in sé è un traguardo. Oggi coltivare la salute, il fitness, la vita organica, equilibrata, il proteggere la salute e il benessere è diventato qualcosa di fondamentale per poter godere di altri piaceri. Il primo dei piaceri sul mercato è il piacere sessuale in modo più esagerato e si cerca di soddisfare, nei modi più diversi, nei due sensi che si ha: il rapporto tra gli individui e la procreazione.
La società ora deve curare questa necessità e questo ha dato origine alla definizione dei diritti sessuali e dei diritti della procreazione. Entrambi i diritti, quello che pretendono, è soddisfare le necessità dell’individuo, senza definire nessun dovere, permettendo di esercitare pienamente la “libertà di fare” quello che l’individuo vuole, dove l’unica restrizione è il mutuo consenso oppure la capacità economica, che può permettere di soddisfare questo impulso. Questo è il midollo dell’individualismo edonista evoluzionato tipico dei paesi più sviluppati, ma attraverso la globalizzazione attuale potrebbe raggiungere tutti i paesi del mondo anche i nostri paesi emergenti o in via di sviluppo. E’ un fenomeno mondiale questo, almeno nello spazio culturale dell’occidente.
L’effetto di questo concetto dell’individuo raggiunge tutti gli aspetti: c’è un cambiamento nel concetto dell’uomo e della donna, del matrimonio e della famiglia, della fertilità e della infertilità, della società in generale.
Concetto di persona e sua vocazione
Il nostro concetto antropologico è basato sul concetto della persona:che è in sé stessa un fine con un valore inestimabile di fronte a tutto il resto, che non si può considerare come un mezzo, come qualcosa a disposizione. Ognuno di noi è chiamato alla propria realizzazione attraverso lo sviluppo della sua vocazione unica ed esclusiva, la strada unica dell’integrazione permanente del corpo e dell’anima. Il corpo è espressione dell’anima, è l’espressione dello spirito umano che abita intimamente nel corpo e che senza il corpo non esisterebbe. Questa è l’interdipendenza del corpo e dello spirito che a sua volta costituisce il corpo. Questa unità ha un senso e si può sviluppare fino alla sua perfezione nella comunità, nello stabilire dei vincoli personali con gli altri.
E’ sempre più difficile comprendere nella nostra realtà cos’è un vincolo personale, poiché l’interazione si è trasformata in funzionale dove i rapporti devono servire a qualcosa oppure sono rapporti di tipo economico, politico e rispondono ad altri interessi diversi da quelli personali.
Occorre farsi una domanda, cioè, cos’è un vincolo personale? Pensiamo che un vincolo personale sia un rapporto interpersonale profondo, che emerge da quello che è proprio della persona nel linguaggio tradizionale, sarebbe dal cuore di ognuno di noi come frutto di una scelta libera, che riesce ad arrivare fino al cuore dell’altro. Inoltre è stabile nel tempo ed è carico d’affetto; detto con altre parole è una comunicazione di amore personale che risponde alla vocazione di ognuno di noi. Nel caso nostro, che siamo sposati, questa è la vocazione matrimoniale che arriva a costituire un’alleanza tra di noi orientata alla comunione coniugale. E’ quindi ovvio che la nostra visione antropologica dell’uomo, considerato come persona, ha un significato diverso della libertà, poiché per noi è una “libertà per amare”. E questo significa che, anziché essere imperniata nell’avere e nel richiedere i diritti per avere la libertà di fare quello che voglio, in realtà mi concentro nel possedermi a me stesso per poter darmi meglio e questo richiede un autocontrollo, un’autoconoscenza, un’autoeducazione per poter sviluppare la vocazione di sé stessi verso l’altro, a favore dell’altro, per l’altro. Se questo atteggiamento è reciproco, allora avviene la dinamica dell’amore interpersonale, di essere l’uno nell’altro, con l’altro e per l’altro e questo illumina la vita e rende lo sforzo sopportabile.
Concetto di genere
Poiché nella visione individualista dell’uomo ognuno diventa un elemento in più, è molto facile perdere l’identità. Questo è quello che è capitato per quanto riguarda il sesso; già molto tempo fa si è sviluppata una confusione progressiva dei generi sotto fonti esterne, anche nella moda, anche nelle attività culturali, politica, familiari, etc. Non c’è nessuna diversità tra uomini e donne. La cultura dell’unisex è predominante in molti ambiti e con questo si è persa la polarità sessuale e quindi l’attrazione fra i sessi opposti dando luogo alla omosessualità. Omosessualità che è già da molti anni che possiamo considerare come una patologia. Oggi è solo una questione di scelta e una scelta tra le diverse alternative, dove ognuno sceglie quello che gli piace di più e può anche cambiare scelta quando vuole. Vediamo quindi che si tratta di una decisione culturale, di una mentalità che è indipendente dalla natura biologica e psicologica di ognuno.
A questo bisogna aggiungere che c’è un gruppo, il gruppo femminile, che, con molte ragioni, si ritiene discriminato ed emarginato nella nostra società e quindi sente che ha il pieno diritto di rivendicare. Attraverso questa strada si è sviluppato il femminismo radicale, che stabilisce una competitività, una lotta tra i sessi per raggiungere una parità assoluta tra entrambi. Questo si può applicare a tutti i livelli, a tutti gli aspetti, soprattutto all’aspetto politico sociale dove si aspira ad aver diritto di partecipare come parte, come socio al 50% di tutta la struttura del potere. In questo contesto, la maternità, che è la differenza fondamentale tra l’uomo e la donna diventa qualcosa di negativo, qualcosa che impedisce alla donna di poter competere con pari opportunità e quindi bisogna cancellarla. Il diritto che ha la donna di controllare la propria fertilità è parte dei diritti di procreazione, il diritto che ha la donna sul proprio corpo e quindi si percepisce come il diritto all’aborto.
Questa è un’altra via di giustificazione della mentalità contraccetiva e del consumismo sessuale. Si vuole giustificare l’aborto come se fosse un diritto umano, poiché si giustifica, attraverso i diritti che possiede la donna e i diritti della donna formano parte dei diritti umani. E’ incredibile vedere che tutte le strade portano sempre allo stesso punto. Negli ultimi 10 anni c’è stata un’insistenza progressiva e permanente su tutti questi luoghi comuni fino al punto che molte legislazioni hanno inserito questi diritti nei propri ordinamenti, nelle proprie normative. Tuttavia è necessario sottolineare che non c’è nessun organismo internazionale con l’autorità competente per stabilire nuovi diritti umani, che si sia pronunciata su questo argomento, ma cominciano a diventare un abitudine, secondo la quale, la cultura attuale è sempre più propensa. E, quindi, chi non è d’accordo deve essere disposto ad accettare tutte le condanne da parte del sistema.
Concetto di uomo e donna
Di fronte a questa visione di genere noi abbiamo il concetto di quello che è l’uomo e di quello che è la donna. Nel nostro modo di concepire l’uomo e la donna dobbiamo riscoprire e rivalutare la dignità della persona che parte della natura umana e che ha queste due modalità di presentarsi di manifestarsi: la modalità femminile e la modalità maschile. Entrambe devono svilupparsi pienamente attraverso la propria identità, ma tenendo sempre presente che in nessuna delle due si trova la pienezza della persona umana. E’ nella perfetta integrazione di queste due modalità di essere, attraverso la complementazione reciproca, solo così si può raggiungere grazie al dare e all’avere interpersonale tipico dell’amore; così si può raggiungere la perfetta realizzazione e la maturità della persona. Nel caso degli sposi questa comunione diventa piena, totale, nella comunione coniugale e, quindi, questo modo di arricchirsi reciprocamente è spontaneo, naturale, totale, è la pienezza della vita personale che si può apprezzare nelle persone che sono sposate da molti anni e che arrivano a stabilire un’armonia di vita tra tutti e due. Lì veramente si è prodotto un arricchimento reciproco col modo di essere dell’altro, con la sua visione, con i suoi gusti, con i suoi atteggiamenti. Questa è la perfezione mutua, verso la quale porta il vero amore. Lo sviluppo di una vocazione porta sempre ad una pienezza di vita.
E in mezzo a questa confusione che c’è sui generi oggi, per poter completare questa corrente personalistica, è urgente riflettere sull’essere dell’uomo e sull’essere della donna. La natura non è qualcosa di accidentale, di casuale e dovrebbe costituire un elemento della formazione nella famiglia e nella scuola. Il traguardo è che ogni persona possa sviluppare pienamente la propria vocazione nella sua attività quotidiana, normale sia nella parte dell’aspetto intimo e nella parte privata, che nella parte pubblica. L’integrità propria della natura della persona umana chiede questa conseguenza di vita.
Nel Rinascimento la cultura era impermeata nell’uomo e gli artisti hanno una capacità unica di carpire l’essenza delle cose. Ci sono due immagini, a tutti molto note, che vorrei vedere adesso insieme. Spero che si possa carpire qualcosa di quello che è stato detto fino adesso, qualcosa di questa unità tra gli aspetti ideologici e psicologici nella natura della persona.
Se osserviamo la Venere del Botticelli, per tutti noi è ovvio che si tratta di una donna con un atteggiamento femminile, con la mano destra sul cuore, sul seno e non emana soltanto bellezza femminile, ma anche una dignità particolare. Nella mia esperienza come ginecologo, una cosa che rende più felice la donna è l’allattamento, perché è lì che la donna si da a se stessa e c’è una persona fragile e piccola che dipende al 100% da lei. La maternità è qualcosa proprio della donna e la realizza pienamente.
Adesso qui vediamo un ovulo. La donna impiega un ciclo per produrne uno e se non viene fecondato dalle prime sei o dodici ore muore, quindi vediamo che quest’ovulo è fragile, è unico ed è perfetto. Questo è tipico della donna. La donna si preoccupa sempre per il particolare, per il dettaglio, per la persona di ognuno. Lei sa quello che è un processo di creazione come la procreazione. Questi sono solo alcuni cenni che ci permettono di riflettere sull’essere femminile e la corrispondenza esistente fra corpo e anima, tra quello fisico e quello spirituale, tra quello biologico e quello psicologico.
Riguardo l’uomo abbiamo un altro grande artista, anche lui molto vicino a voi, Michelangelo, e il suo Davide. Chiaramente un uomo, la sua forma, il suo atteggiamento, le sue proporzioni sono di un uomo, ma possiede anche una dignità indipendentemente dal personaggio che rappresenta. Ma qui l’artista aggiunge un particolare significativo. Voi sapete che la mano destra è molto più grande della sinistra e questo non è un caso. Michelangelo era un grande artista, e meglio ancora era un grande anatomista e questo è stato fatto apposta per richiamare l’attenzione, poiché con questa mano Davide vinse. Con la mano destra l’uomo lotta, conquista le cose. Questo è caratteristico nostro, degli uomini, fare, caratterizzare, costruire. Dicono che l’uomo costruisce la casa e la donna la trasforma in focolare.
Adesso vediamo gli spermatozoi, questo: solo un campione dei 300.000.000 che si formano in una eiaculazione normale. Questo è tipico nostro, fare, fare molto, fare alla rinfusa, ma non curiamo il particolare. Ci sono molti di questi che sono difettosi. E’ la donna quella che fa il controllo di qualità. Per noi è tipica l’attività che può cadere poi in un attivismo, la costante creazione che ha portato la cultura attuale a questa cultura dell’usa e getta, dove tutto richiede un aggiornamento continuo. Noi facciamo, non gestiamo. Ora qui si possono vedere alcuni tratti dell´unione nella naturalezza umana con l´integrazione nell’aspetto biologico, psicologico e spirituale.
Nella visione personalista la cosa più importante è la costruzione della persona e in particolare degli esseri cari, cioè l’esercizio della paternità o maternità che sia. La vocazione verso l’amore è orientata verso la comunione interpersonale, nella quale la massima espressione è l’unione coniugale, cioè fare in definitiva il matrimonio e, d’altro canto, è anche orientata verso la paternità e la maternità. Ognuno di noi dovrà scoprire, nella propria vita, come raggiungere la realizzazione della propria vocazione, per dare vita, e vita in abbondanza, e poterla servire con generosità.
Concetto di famiglia
Nella mentalità contraccetiva, tipica dell’individualismo edonista, che ha incorporato il concetto di genere perché ognuno possa scegliere il proprio orientamento sessuale, ha anche impostato questa necessità di rivoluzionare il concetto di famiglia e adesso si accetta qualsiasi tipo di convivenza come tale, come famiglia. Viene legalizzato il matrimonio tra omosessuali, la famiglia monoparentale diventa una cosa normale, molto frequente, e, infine, qualsiasi coppia che divida un tetto viene già considerata famiglia e questa ambiguità è necessaria per poter dare all’uomo la possibilità di esigere i suoi diritti sessuali, poiché in questo modo non ha nessun dovere. Infine è la società la cultura imperante, quella che forma ogni individuo.
Per noi, invece, il concetto di famiglia, nella nostra visione la famiglia è un consorzio di vita, che si stabilisce quando si firma un’alleanza per tutta la vita tra l’uomo e la donna: e´ il luogo nel quale si sviluppa la vocazione d’amore degli sposi, arrivando alla mutua perfezione attraverso la comunione interpersonale ed è il luogo dove avviene la gestazione e dove avviene l’educazione delle nuove persone. E’ il laboratorio nel quale si costruiscono i vincoli personali come sono già stati definiti. La famiglia è il luogo frutto dell’amore matrimoniale e i figli imparano a sapere di essere amati e imparano ad amare. E’ li´ che si creano le antenne per ricevere e per riconoscere l’amore materno in una forma sana di amore femminile e anche l’amore paterno come amore maschile.
Entrambe le esperienze sono necessarie per scoprire, poi, la propria identità e per poter sviluppare correttamente la propria sessualità, come un linguaggio adeguato alla propria vocazione di vita. Nelle famiglie si sperimentano anche, di solito, i vincoli fraterni, la solidarietà, il rispetto reciproco attraverso l’esempio dei genitori. E’ li nella famiglia che si scoprono, che si esercitano e che si valutano i vincoli fondamentali per lo sviluppo di una sana personalità e integrazione armonica nella società.
Questo punto dello sviluppo della personalità, rispetto a quello che abbiamo detto della paternità e della maternità come risultato dello sviluppo della propria vocazione, ci portano a sottolineare il fatto che non è indifferente il modello di famiglia a cui ognuno di noi aspira. Nell’attualità si vuole sviluppare un concetto di famiglia evoluta prodotto dell’adeguamento della famiglia alle richieste della società o, meglio ancora, funzionale al concetto di società di uomo che c’è oggi.
Detto con altre parole è la società quella che definisce la famiglia e questa si costruisce secondo i modelli che la società impone, quando, in realtà, dovrebbe essere proprio l’opposto. Il modello di ogni organizzazione umana è la famiglia e verso la famiglia dovrebbe essere orientata tutta la comunità.
Non dovrebbe stupirci allora come siano spariti dalla nostra cultura contemporanea i concetti di persona, di matrimonio e di famiglia, così come ho cercato di definirli io. E´ qui che è basata la nostra ricchezza per poter elaborare una cultura contro corrente che sia più attraente per l’uomo attuale.
Piano demografico – Clinico
La relazione che lega il neomaltusianesimo e la realtà contraccetiva, individualista, edonista e consumista è evidente. Da molti anni e, praticamente in tutte le organizzazioni, il controllo della natalità è un grande obiettivo nel quale si sono concentrate un quantitativo enorme di risorse.
Questa attività si è potenziata soprattutto da quando è finita la guerra fredda e ancora una volta la crescita della popolazione è diventata una minaccia per la pace mondiale.
L’importanza dell’obiettivo richiede l’attuazione di politiche di pianificazione familiare, che non è altro che la distribuzione organizzata e sistematica di contraccettivi e sterilizzazioni. Sono molteplici gli esempi che illustrano questa situazione.
Vorrei analizzare i termini indicati e confrontarli, come abbiamo fatto fino adesso, con quelli adeguati alla visione personalista che sono i metodi naturali per regolare la fecondità per esercitare la missione di paternità responsabile.
1. Natalità
Come già detto la natalità è ritenuta come crescita di popolazione e minaccia alla pace mondiale tutto per lo squilibrio esistente tra i paesi sviluppati e quelli del terzo mondo. Di fronte a questo caos che rappresenta la natalità per l’ordine mondiale, sia gli aspetti sociali ed economici che ecologici e politici si rende necessario stabilire un controllo che sia più drastico possibile con le misure che siano più indipendenti possibile rispetto all’individuo. L’individuo è solo un numero. E in questo contesto bisogna capire il concetto di controllo.
2. Controllo
Controllo qui significa avere tutte le variabili, tutte le alternative in mano e si presenta come un grande valore di fronte a questo caos che rappresenta la natalità. Con questa mentalità si sono introdotti i contraccettivi nel mondo e come tutti sappiamo non c’è nessun contraccettivo efficace al 100%. Avere controllo richiede quindi l’introduzione dell’aborto. Attualmente il 90% della popolazione mondiale vive sotto legislazioni in cui l’aborto è legale e dal 1994, dalla Conferenza Mondiale della Popolazione al Cairo si sta cercando di introdurre l’aborto come metodo in più per regolare la fecondità, o anche come un diritto umano. E’ un’applicazione chiara dei principi etici utilitaristi attuali dove il fine giustifica i mezzi e colui che non ha la possibilità di far valere i propri diritti semplicemente non ha diritti. E’ un’altra manifestazione del consumismo applicata a questo campo.
3. Pianificazione Familiare
Il termine pianificazione è autoesplicativo, si tratta di un obiettivo centrale, quello stabilito da fuori rispetto agli sposi e a decidere sono lo stato e il sevizio sanitario o qualsiasi altra istituzione. Sono loro che decidono e che applicano le politiche che determinano il cambiamento di atteggiamento tra gli utenti. Il caso più caratteristico è la Cina, ma la stessa cosa succede in modo più sottile anche negli altri paesi. C’è un condizionamento per dare dei crediti e ci sono degli interventi nei materiali per l’istruzione, condizionamenti anche per i contratti di lavoro, ecc. C’è tutta una grande ingegneria sociale dietro questi concetti di controllo della natalità e della pianificazione familiare, nella quale per poterla realizzare si rende necessario determinare gli individui anziché rispettare le persone. La determinazione non solo rispetto al numero e alla condizione sociale, ma persino rispetto al sesso: ci sono delle culture nelle quali la donna viene semplicemente cancellata.
4. Anticontraccettivo
Sono tutte le tecniche che manipolando la natura della donna o dell’uomo o l’atto sessuale in sé hanno come obiettivo di produrre una infertilità transitoria o permanente. L’obiettivo è produrre una infertilità indipendente dal rischio che possa significare per la persona o per la possibile procreazione. E’ interessante constatare che i dispositivi intrauterini furono ritirati dal mercato USA per un problema di costo delle assicurazioni e non per una valutazione medica dei rischi. E’ il criterio commerciale dell’offerta e della domanda, e del consumo dei beni quello che prevale in quest’area della medicina. Si ha l’impressione che i medici non siano più interessati alla salute dei loro pazienti, quando c’è questo obiettivo di controllare la natalità come obiettivo principale. E così il professionista sanitario è diventato un funzionario dell’istituzione, che insegue questi fini oppure un funzionario dell’individuo, che esige i suoi diritti, ma non è più il medico responsabile del benessere della persona. La contraccezione ha generato una perversione della medicina: in questi casi l’atto medico non è più orientato a fare il meglio, ma è orientato a fare le cose più utili. La stessa cosa si può applicare all’infertilità, in cui il figlio diventa un diritto che si può comprare. Si fa su misura attraverso un processo di produzione sottoposto al controllo della qualità, all’ottimizzazione dell’investimento, alla riduzione dei costi, all’utilizzazione marginale di sottoprodotti, ecc…
5. Metodi Naturali
Per presentare questa nostra visione possiamo cominciare col definire che cosa sono i metodi naturali, perché è frequente, considerando la mentalità contraccetiva imperante, che questo sia considerato un contraccettivo naturale. Ci sono due elementi che costituiscono i pilastri dei metodi naturali:
• In primo luogo la conoscenza della propria fertilità da parte dei coniugi. Oggi è dato che gli uomini siano sempre fertili: si tratta di conoscere la forma scientifica della fertilità ciclica femminile. Scientifico significa conoscere i progressi della medicina in questo campo e inoltre applicare il metodo scientifico alla detenzione della propria fertilità. Si tratta di osservare i segnali che segnano il periodo fertile della donna, interpretarli in termini di fertilità o no, confrontarli con il campione conosciuto dell’ovulazione e usarlo d’accordo con l’intenzione di rimanere incinta o di evitare una gravidanza, cioè applicare la conoscenza e valutare il risultato ciclo per ciclo. C’è un’esigenza di conoscenza autopersonale e quotidiana della variabilità propria di ogni persona che ha un contesto unico. Interpretare ed applicare queste informazioni alla vita matrimonialefamiliare secondo un progetto proprio, esclusivo e vivo che risponda a questa vocazione di amore coniugale.
• In secondo luogo, i metodi naturali si basano sul rispetto della fertilità cioè sull’astinenza periodica. Questo significa che, per poter usare correttamente l’informazione ottenuta dall’osservazione e interpretazione, bisogna essere disposti a rispettarla e a non manipolarla come di solito si fa. C’è un’esigenza alla libertà umana per optare di fare uno sforzo per l’altro, con l’altro e a favore dell’altro. E questo implica educare l’impulso sessuale, cioè un’esigenza di possedere se stessi per potersi dare in modo corretto all’altro. Non c’è manipolazione, non c’è utilizzo dell’altro per soddisfare i propri desideri, per esercitare la libertà di fare quello che si vuole. Questo è il grande vantaggio che hanno questi metodi che richiedono una crescita continua nella conoscenza e nell’educazione dell’impulso sessuale al servizio di un progetto deciso insieme. Non c’è un cambiamento nella natura di ciascun coniuge, ne´ dell’atto coniugale, c’è invece un profondo rispetto.
6. Regolazione della fecondità
I metodi naturali li usiamo non come un controllore della natalità, ma come un regolatore della fecondità. Questa conoscenza dell’evoluzione è quello che ci permette di conoscere in ogni ciclo l’invito a diventare genitori. Questo è il mistero dell’intima unione tra l’amore coniugale e la trasmissione della vita umana. Per coloro che hanno avuto figli, abbiamo voluto loro bene sin dai primi momenti, prima ancora di concepirli e sappiamo che ci piacerebbe avere altri figli, ma non possiamo.
Sperimentiamo anche la possibilità di un figlio come una vera ricchezza, poiché questa è la fecondità. Un figlio è il regalo più prezioso del nostro amore. Un figlio è chi ci ricorda, permanentemente, che in qualche momento ci siamo dati completamente uno all’altro senza nessuna riserva. Tuttavia questa ricchezza della fecondità bisogna saperla amministrare con saggezza, è necessario poterla regolare. Oggigiorno, per la maggioranza delle persone, non c’è un budget, una famiglia e le condizioni di salute che permettano alle persone normali di avere tutti i figli che la natura potrebbe regalare loro. Ci sono poche persone che possono decidere di avere una famiglia numerosa, quindi è necessario regolare la fecondità, il che è completamente diverso dal fatto di controllare la fecondità. Regolarla significa, in questo contesto, valutarla, amministrarla generosamente al servizio del nostro progetto di vita. E’ qualche cosa di positivo che si scopre permanentemente, ciclo dopo ciclo, perché, grazie anche allo sforzo che richiede, tira fuori il meglio delle persone. E’ uno sforzo condiviso che è in funzione dell’altro coniuge: entrambi in funzione dei figli. Qui, ancora una volta, scopriamo questa differenza radicale tra l’amore personale e il piacere edonista degli individui. E’ l’esercizio della libertà realizzare qualche cosa insieme, animati dalla vocazione personale.
7. Paternità Responsabile
L’obiettivo potrebbe essere definito come insegnare i metodi naturali per regolare la fecondità, affinché gli sposi vivano la propria missione di paternità responsabile. Nella cultura attuale la paternità responsabile s’intende come preoccupazione del numero di figli e se è il momento opportuno oppure no di avere un figlio. Il criterio delle risorse, il criterio economico è uno dei criteri più importanti e di solito è quello decisivo per decidere di non aver figli. Ed è così, come il significato di paternità diventa proprio l’opposto del termine: non avere figli, non diventare genitori e per questo bisogna agire in modo razionale e quindi decidere, scegliere un contraccettivo efficace. Questo progetto molto diffuso è necessario che sia ben chiaro.
• Per noi paternità e maternità vuol dire la capacità di essere genitori e la capacità di procreare vita, di trasmettere la vita ereditata dai miei genitori ai miei figli. E’ una capacità di trasmettere qualche cosa di molto pregiato, che è collegato intimamente con la vocazione dell’amore personale. Essere padre o madre vuol dire essere autore di vita, conduttore di vita. Servitore di essa vuol dire essere autorità personale e personalizzatore. E qui voglio toccare il punto centrale della società e la crisi di autorevolezza e di immagine del genitore. Ciò che realizza la persona umana nello sviluppo della sua capacità di poter dare vita e darla in abbondanza, appartiene alla dinamica dell’amore il condurre verso la comunione e la fecondità, essendo il figlio la forma più piena, più totale di fecondità anche se io voglio sottolineare che non è l’unica .
• Il concetto di responsabilità ci porta al centro di un altro aspetto essenziale della persona. Così come la paternità mette in discussione la nostra vocazione all’amore personale, la responsabilità mette in discussione la dignità della persona, poiché ci fa, ci rende consapevoli della nostra libertà. Solo colui che possiede la libertà può scegliere, può essere responsabile. Qui arriviamo di nuovo al centro del problema attuale in relazione allla sessualità: l’uomo è in grado di essere persona nell’intimità sessuale o è uno schiavo degli istinti poiché è solo un animale superiore ? L’uomo è in grado di conoscersi ed educarsi affinché ogni atto coniugale sia un atto personale ? E’ possibile che ogni atto sessuale e come atto personale sia incontro personale e con affetto e quindi che possa fortificare il vincolo d’amore tra gli sposi ? Potranno entrambi essere consapevoli, essere disposti ad assumersi tutte le conseguenze che possono derivare da quell’atto? Questo è quello che rende degna la relazione coniugale e non la soluzione attuale di manipolare mediante l’uso di contraccettivi per evitare l’angoscia della gravidanza non desiderata.
Piano Etico
Ho già detto qualcosa su questo aspetto, ma vorrei fare una piccola riflessione riguardo alla grande differenza esistente fra i due atteggiamenti del lato umano concreto nella scelta del contraccettivo o orientato all’uso del metodo naturale, in cui la scelta è l’astinenza periodica. Nel caso del contraccettivo l’atto libero è basato nella scelta del metodo che produce l’infertilità transitoria o permanente dell’individuo, affinché questo non sia consapevole della possibile procreazione che possa derivare dal rapporto sessuale. Nel momento in cui si sceglie il metodo, la tecnica, si decide tutto il resto e li´ dove si sceglie la manipolazione per poter avere la possibilità di fare quello che uno vuole, per poter godere della “libertà di” rapporto senza nessuna altra conseguenza, utilizzando l’altra persona in maniera “armonica” per la soddisfazione dell’impulso.
Nel metodo naturale la scelta è basata sulla astensione dell’atto coniugale nel momento in cui questo potrebbe avere come conseguenza una nuova vita. Questo significa che è l’atteggiamento di rispetto al posto dell’atteggiamento della manipolazione quello che fa tutta la differenza.
Per poter rispettare l’altro devo valutarlo, devo apprezzarlo così com’è e crescere nel mistero di scoprire sempre meglio la grandezza e il significato dell’intima unione che esiste nella persona tra l’aspetto biologico e l’aspetto psicologico, tra la parte sessuale corporale e la parte affettiva spirituale. E questo atteggiamento di rispetto è quello che richiede di prendere consapevolezza della necessità di autopossesso per poter usare più correttamente la “libertà per” amare più personalmente l’altro e questo è, senza togliere niente, sapendo che questo atto sarà fruttifero, nel senso più ampio della parola, ma che anche potrebbe coronarsi con l’espressione massima dell’amore coniugale che è un nuovo figlio.
La vita umana, il figlio, è così concepito veramente come un frutto dell’amore, come la cosa più piena dell’amore coniugale. Come una persona che è desiderata, concepita, procreata, partorita e più tardi tutelata ed educata nel seno dell’amore coniugale che è la famiglia. Famiglia che è la cellula basica e il modello di tutte le società. E questo si differenzia totalmente dal concetto di figlio che emerge dalla visione antinatalista, consumista della mentalità contraccettiva, nella quale invece risulta piuttosto una “carica” familiare, un’aggressione contro la libertà della donna, una minaccia per la pace mondiale, e quindi si può disporre o eliminare a seconda dell’interesse di ciascun individuo o di ciascuna istituzione.
Piano Religioso Morale
- Per concludere vorrei citare la visione che abbiamo dal punto di vista religioso. E qui vorrei sottolineare la continuità che c’è tra la visione personalista come una strada, come una espressione, come un’assicurazione della visione soprannaturale che di solito dovrebbe elevare e perfezionare fino alla santificazione dell’amore coniugale. Chiaramente non c’è un parallelismo con la visione individualista che segue la propria strada, secondo i propri interessi e che in nessun momento cerca di chiedersi come è stato pensato questo aspetto della vita umana sin dall’inizio.
La riflessione sull’amore umano nel contesto religioso morale voglio farla su tre aspetti:
• Qual è l’immagine del Padre che dobbiamo riflettere?
• Come la Trinità ci può illuminare sul significato profondo dell’amore coniugale ?
• Qual è l’aiuto che il significato del matrimonio ci offre per poter vivere questo mistero coniugale ?
1. Immagine del Padre
Un mondo senza genitori è un mondo senza Dio, chiaramente Dio vuole mostrare al mondo le caratteristiche del Suo amore attraverso l’amore umano. Nella paternità e nella maternità c’è una strada eccellente per riconoscere le caratteristiche dell’amore paterno. Sono molteplici i testi biblici che ci parlano di questo parallelismo, lo stesso Santo Padre nella Sua riflessione sul Padre Nostro ce lo ha avvicinato in modo molto umano. Se la paternità risponde alla nostra vocazione di amore personale, allora è la risposta a una chiamata per riflettere, in ultimo termine, l’immagine personale che ognuno ha del buon Padre.
Michelangelo ci può avvicinare a questo mistero attraverso la Sua opera nella Cappella Sistina.
In ogni atto creatore Dio è presente, anche in ogni gesto paternale, in modo che noi possiamo crescere in questa intimità con Dio in ogni atto personale. Così possiamo arrivare a scoprire che ogni volta che ci asteniamo da un atto coniugale in questo atteggiamento di rispetto, quello che facciamo in realtà è rispettare la natura come una creazione di Dio, come un messaggio di Lui, come un’espressione della Sua volontà. Quell’atto concreto vuol dire cercare di trasformare in vita il Padre Nostro nell’intimità dell’amore coniugale: sia fatta la Tua volontà qua in terra… è un atto profondo come figli, come figli che desiderano fare la volontà del Padre. Questo è il mistero della fecondità, che si nasconde nella parte piu´ profonda di questa visione personalista se la guardiamo con la luce della fede.
2. Mistero della Trinità
L’atto coniugale è l’espressione concreta di essere una sola carne. Se questo atto è il culmine di una comunione in tutti gli altri aspetti della vita coniugale, in modo che entrambi abbiamo sperimentato il fatto di essere un solo cuore e una sola volontà, il corpo è veramente il linguaggio dell’anima, è l’espressione dello spirito che conforma e determina quell’atto fisico, affettivo, spirituale simultaneo. C’è una perdita totale di uno nell’altro attraverso il mutuo dare e avere; questa è l‘istanza umana più vicina per capire vitalmente quel mistero straordinario, nel quale tre persone sono una sola, è il senso dell’unità di due del quale ci parla il Santo Padre.
Grazie a questa pregnanza possiamo arrivare a sentirci e a sapere di essere profondamente amati dal nostro coniuge e così poter immaginare e sognare esistenzialmente della forma in cui Dio può arrivare ad amarci. E’ la scuola per poter immaginare l’altezza, la profondità e l’estensione dell’amore di Dio…. I Santi cominciavano a diventare Santi quando sapevano di essere amati da Dio. Questa è la strada normale che ci viene regalata per poter capire quel mistero, affinché ognuno di noi come sposi possiamo dare testimonianza alle persone del mistero che Lui ci confida partendo dai nostri figli. E` qui che viviamo in maniera concreta il mistero della Chiesa domestica, della famiglia come laboratorio di umanizzazione.
3. Sacramento del Matrimonio
Infine, vorrei sottolineare che per poter realizzare tutto questo non siamo soli, abbiamo l’aiuto e la grazia per poter superare quello che la durezza dei nostri cuori non è in grado di capire. La meraviglia della creazione che è inscritta nella nostra natura è allo stesso tempo macchiata, oscurata e talvolta quasi cancellata dalla caduta nel peccato originale.
Nella nostra esperienza personale, clinica e pastorale, pensiamo che sempre ci troviamo di fronte ad ognuno degli atti che abbiamo davanti e dobbiamo sempre fare delle scelte. Ancora una volta Michelangelo ci aiuterà a capire la trascendenza profonda di ogni scelta. Come sposi:
• Possiamo agire come Adamo ed Eva che avevano il potenziale di vivere tutta questa pienezza e in un’armonia totale con se stessi, con l’altro, con la natura e con Dio. Ma hanno disubbidito, non hanno seguito il piano di Dio e attraverso il loro atto libero hanno introdotto il disordine, il peccato e la morte di questo ideale creato da Dio e scritto nella nostra natura sin dall’inizio;
• Ma noi possiamo anche agire come il nuovo Adamo e la nuova Eva, cioè come Cristo e Maria che sono stati caratterizzati dalla continua ricerca del Padre e lo hanno seguito fino alla morte, fino alla morte di croce. Questo è il centro del nostro amore coniugale alla luce del sacramento del matrimonio: noi siamo chiamati ad amarci come Cristo ha amato la Chiesa e abbiamo tutte le grazie per poter raggiungere questo ideale, poiché così Dio vuole che il mondo conosca e tocchi da vicino il Suo amore attraverso il sacramento dell’amore che è l’amore degli sposi vissuto in modo personale tra persone battezzate.
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