Patto per la vita e per la famiglia

Testo del patto sottoscritto da Roberto Cota, candidato alla presidenza della Regione Piemonte, il 24 febbraio 2010 a Torino, con quattro garanti – Massimo Introvigne (vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica), Marisa Orecchia (presidente di Federvita Piemonte), Mauro Ronco (docente di diritto penale, già componente del CSM) e Maria Paola Tripoli (fondatrice del Servizio Emergenza Anziani) – i quali daranno vita a un tavolo di lavoro sulle politiche della nuova amministrazione regionale in tema di vita e famiglia.

Esprimo apprezzamento per il comunicato pubblicato da Federvita Piemonte, che riunisce settanta Movimenti per la Vita e Centri di Aiuto alla Vita, in occasione delle elezioni regionali e ho preso   9 atto di appelli sugli stessi temi provenienti dal Forum delle Associazioni Familiari, da Due Minuti per la Vita e da altri.

Con tutti sottoscrivo un patto per la vita e per la famiglia: non generico – perché è facile parlare di vita  e  di  famiglia  come  concetti  astratti,  senza  precisare  in  concreto  che  si  tratta  della  vita  dal concepimento  alla  morte  naturale  e  della  famiglia  monogamica  ed  eterosessuale,  fondata  sul matrimonio di un uomo e di una donna – ma specifico e articolato in impegni precisi.  

  1. Considerando  che  un  aborto  non  è  mai  una  vittoria  per  nessuno  ma  è  sempre  una  sconfitta, m’impegno per quanto riguarda le competenze regionali di applicazione della legge 194 a proporre e sostenere percorsi di aiuto concreto e fattivo alle donne che, anziché banalizzare l’aborto come soluzione,  cerchino  sempre  possibili  alternative,  aprendo  le  istituzioni  regionali  anche  alla collaborazione con il volontariato pro-vita. In applicazione della stessa legge, se in Piemonte dovrà essere somministrata la pillola RU486, questo potrà avvenire solo con un protocollo che preveda il ricovero  della  donna  dalla  somministrazione  della  pillola  fino  al  completamento  del  percorso abortivo, escludendo ogni ipotesi di aborto fai da te a casa propria.
  2. La vita è veramente e pienamente vita fino alla morte naturale, come ho cercato di testimoniare con il mio impegno in Parlamento in occasione  della tragica vicenda di Eluana Englaro e nella discussione di progetti di legge sul fine vita. Per essere ancora più chiaro, il modello virtuoso per me  è  quello  umile,  silenzioso  ed  eroico  del  quotidiano  impegno  delle  Suore  Misericordine  che hanno assistito Eluana per farla vivere, non quello di chi – per citare il documento di Federvita – “ha  offerto  un  ospedale  piemontese  per  farla  morire”.  Respingendo  nel  modo  più  deciso  ogni ipotesi di eutanasia, la Regione da me guidata sarà vicina con un sostegno non solo teorico alle famiglie  di  malati  nella  condizione  oggi  chiamata  stato  vegetativo  persistente,  e  sosterrà  per quanto di sua competenza le cure palliative.  
  3.  Rifiuto  con  chiarezza  ogni  ipotesi  di  omologazione  della  famiglia  fondata  sul  matrimonio,  a norma  dell’art.29  della Costituzione,  a  ogni  altra  forma  di  convivenza  anche  omosessuale.  Sono contrario a cerimonie, registri e altre iniziative che introducano surrettiziamente un’equiparazione tra unioni omosessuali e matrimonio monogamico ed eterosessuale.  
  4. M’impegno a una politica regionale a favore della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna, che riconosco come cellula fondamentale della società, attraverso il sostegno alle giovani coppie che intendono contrarre matrimonio e una politica dei servizi che tenga conto del carico familiare e del numero dei figli.  
  5. Consapevole in particolare del ruolo unico svolto in Piemonte in oltre trecento anni di attività dalla scuola cattolica, che ha reso alla nostra regione servizi inestimabili, praticherò una politica che  renda  effettiva  la  libertà  di  educazione  mediante  erogazione  di  bonus  o  rimborsi  che consentano  alle  famiglie  la  scelta  della  scuola  libera,  la  quale  andrà  sostenuta  anche  quanto all’accoglienza  di  portatori  di  handicap  e  di  figli  di  immigrati  cui  proporre  percorsi  autentici d’integrazione,  prendendo  in  esame  anche  una  politica  di  detrazioni  fiscali  nel  quadro  del federalismo fiscale.  
  6. La  politica  a  favore  della  vita  e  della  famiglia  andrà  a  beneficio  anche  delle  famiglie  e  in particolare delle donne e delle bambine immigrate. Prenderò misure regionali, e sosterrò quelle del governo  nazionale,  che  vigilino  contro  gli  abusi  sulle  donne  e  sui  minori,  non  tollerino  le mutilazioni  genitali  femminili,  l’avviamento  alla  mendicità  e  alla  prostituzione  da  parte  di organizzazioni  malavitose,  la  poligamia  e  i  matrimoni  forzati,  e  prevengano  l’imposizione  del burqa e di altre forme di velo integrale a donne e ragazze che non desiderano portarlo. Di concerto con il governo nazionale, farò il possibile per convincere anche chi insegue l’utopia di una società aperta all’immigrazione senza regole e senza limiti che si tutela davvero la vita e la famiglia degli immigrati onesti, venuti da noi per lavorare, e si pratica la virtù cristiana dell’accoglienza, solo tenendo conto che il numero d’immigrati che il Piemonte può accogliere non è infinito, e che le regole  e  la  lotta  contro  l’immigrazione  clandestina  vanno  a  vantaggio  anche  degli  immigrati regolari, oltre che della sicurezza di tutti.  

Torino, 24 febbraio 2010  

Roberto Cota

Massimo Introvigne

Marisa Orecchia

Mauro Ronco

Maria Paola Tripoli