Sessualità ed educazione. Neutralità possibile?

Maria Paola Tripoli

1. IDENTITA’ DELLA SCUOLA

Il tema sempre vivo, sempre rinviato, sempre temuto, sempre auspicato, sempre frammentariamente ed unilateralmente affrontato dell’educazione sessuale nella scuola pone come prima imprescindibile esigenza quella di chiarire quale sia il ruolo della scuola e in modo più radicale se la scuola possa educare, ossia trasmettere valori.

L’ immaginario sulla scuola è infinito: è più facile dire che cosa non dovrebbe fare la scuola. Non c’ è problema sociale che non trovi nella scuola un soggetto coinvolto e responsabile:
– i ragazzi vanno senza casco, la scuola deve fare educazione stradale
– i ragazzi si drogano, la scuola deve fare prevenzione ed informare sul rischio delle dipendenze
– i ragazzi squartano i genitori, i fratelli, i coetanei, la scuola deve formare personalità più mature e consapevoli
– i giovani usano un sesso violento, la scuola deve fare educazione sessuale
– i ragazzi sono obesi, soprappeso, la scuola deve fare educazione alimentare
– i ragazzi sono violenti, la scuola deve educare alla pace, alla tolleranza

Si è arrivati nel 1999 a contare 19 educazioni: educazione alla pace, all’ intercultura, stradale, musicale, sessuale, civica, ecc.

Emerge un elemento apparentemente comune e condiviso: la scuola deve educare e non solo istruire, formare a stili di vita positivi e responsabili e non solo trasmettere nozioni: educare e istruire, crescere nella formazione del carattere e crescere in sapienza.

2. EDUCARE AI VALORI IN UN CONTESTO DI NEUTRALITA’ ETICA.

I problemi sorgono proprio quando si tratta di operare delle scelte di campo.

Vi sono argomenti che richiedono per loro natura una scelta valoriale, che può avvenire in modo esplicito o in modo implicito e fattuale .
L’ educazione sessuale è uno di questi argomenti.
Le difficoltà all’ introduzione dell’ educazione sessuale nella scuola nascono proprio da questo problema: “si è consapevoli che si tratta di un argomento ineludibile, ma che comporta un “schierarsi”: la neutralità è impossibile.

Non si può fare E. S. senza un quadro antropologico e ed etico di riferimento: l’ alternativa apparentemente neutrale è quella di delegare ad “ agenzie qualificate” la trattazione dei temi dei temi caldi:
– contraccezione ed aborto
– prevenzione AIDS e MTS
– sesso libero purché sicuro e responsabile (cioè protetto dal rischio malattie e gravidanza) il resto è un problema di scelte personali, educazione familiare, di informazione sanitaria.

L’ E. S è una patata bollente che è opportuno delegare: LA DELEGA sembra essere parola chiave di questo particolare ambito educativo.
La famiglia delega la scuola
La scuola delega l’ ASL
Tutti delegano la società
La sanitarizzazione sembra essere l’ escamotage attraverso la parola che mette d’ accordo tutti che è LA PREVENZIONE. Se non possiamo educare, perché questo significa trasmettere valori, almeno evitiamo i danni maggiori, pensiamo alla salute: il preservativo diventa lo strumento centrale e nella scuola un sussidio didattico da concedere gratuitamente ai ragazzi con distributori automatici posti in luoghi “riservati” per non sottoporli a giudizi “ipocriti”.

3. SCUOLA SPECCHIO O FILTRO DELLA SOCIETA’?

Cultura, costume, educazione………..nulla si improvvisa. I GRANDI VERI CONCORRENTI delle due agenzie educative fondamentali che sono scuola e famiglia sono i media, maestri formidabili, potenti, come potenti sono le multinazionali che li alimentano.

“Le mode”, i costumi, gli stili di vita non nascono nello spazio di un mattino, da oggi al domani, sono invece il risultato di un continuo martellamento, di precise programmazioni multinazionali, di una globalizzazione dei costumi e degli stili di vita dettati dalla logica del consumo, delle dipendenze (droga, alcol, tv, internet, ecc.), del fitness: sono frutto di una educazione sociale, morale, familiare mai casuali.

cultura delle emozioni e dei talk show

– della fedeltà impossibile, dell’ emozione, che scambia innamoramento e passione per amore: quando non si sente più nulla, quando non si è più attratti…..allora è meglio cambiare il partner
– amici, M. Costanzo Show, grande fratello, dibattiti che vedono sempre con maggiore frequenza fra gli ospiti ed i testimonial coppie gay, coppie di fatto, genitori e figli in conflitto.

cultura femminista esasperata

– della donna casalinga frustrata, dalla donna in carriera che deve scegliere se essere moglie, madre o menager
– della donna valutata più per l’ aspetto fisico che per la competenza (Lettera alla donne, 1995 di Giovanni Paolo II)

qualità della vita e cultura del fitness

– “ La cultura dominante considera la “qualità della vita” come valore primo ed assoluto e la interpreta prevalentemente o esclusivamente in termini di efficienza economica, di godibilità consumistica, di bellezza e vivibilità della vita fisica, separata dalle dimensioni relazionali, spirituali, religiose” (C. E. I. Evangelizzazione e cultura della vita umana, n. 6)

4. ANORESSIA EDUCATIVA DELLA SCUOLA, DELLA FAMIGLIA, DELLA SOCIETA’. CIASCUNO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA’ EDUCATIVE.

Che si abbia paura di educare è un dato di fatto: i figli sono programmati prima e coccolati poi, a loro non si fa mancare nulla, ma non si riesce a dare l’ essenziale, come rivelano i sondaggi sul disagio adolescenziale che si moltiplicano in questi tempi.
Tutti esaminano i sintomi ed i fenomeni, ma non si sbilanciano sull’ esame delle cause, perché comporterebbe un serio mea culpa sociale ed individuale.
Orientarsi nella giungla della vita.
– L’ anoressia educativa è una vera e propria forma di AIDS etico, causa di quella immunodeficienza morale (deriva morale) che rende vulnerabili ad ogni virus sociale, rende dipendendenti dai surrogati ben strutturati e potenti della pubblicità, delle mode, delle sette, dei santoni.

5. UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA, RIFORMA NON SOLO DEI CONTENUTI CULTURALI, MA ANCHE DI CONTENUTI VALORIALI.

I giovani non rifiutano una guida, anzi ne sentono la mancanza: l’ introduzione dell’ educazione dell’ affettività e della sessualità dei nuovi piani di studio è uno strumento offerto, un’ opportunità, un occasione per inserire contenuti formativi fondamentali in collaborazione con la famiglia.

Oggi lo strumento formativo c’ è – anche se da sempre si è fatta E. S. come informazione sanitaria nella scuola – quello che è lasciato alla libera e responsabile decisione della scuola sono i contenuti valoriali, culturali e “tecnici”.

E qui si chiude il cerchio della “scelta di campo”: pluralismo e neutralità un binomio impossibile.

Sarebbe già una conquista introdurre il PLURALISMO questo di fatto non esiste ancora, talvolta si accenna a forme “ alternative residuali”, tipiche di alcune mentalità vaticane, dogmatiche, conservatrici.
Quando va bene si “lancia” con l’ IRC.

L’ opzione della rivoluzione sessuale sembra essere l’ orizzonte attuale dell’ E.S.

Un percorso che prevede la netta separazione:

• Della sessualità dalla famiglia (sesso libero da vincoli matrimoniali)
• Della famiglia dalla fecondità (la salute è indipendente dall’ esser coppia e/o famiglia)
• Della sessualità dalla procreazione / riproduzione (sesso libero da rischi di gravidanza)
• Della riproduzione dalla sessualità (riproduzione in laboratorio, artificiale, medicalmente assistita)
• Della genitorialità dalla diversità di genere (i figli di omosessuali)

L’ orizzonte famiglia e l’ orizzonte fecondità nei percorsi di educazione sessuale sembrano essere totalmente oscurati, optional individuali.

6. L’ AMORE PER L’ ARCHEOLOGIA PUO’ AIUTARE A RISCOPRIRE VALORI PERDUTI O SEMPLICEMENTE DIMENTICATI

Immersi nel quotidiano squallore di una volgarità che viene esibita ad ogni programma televisivo, nel linguaggio degli adolescenti (una specialmente che farebbe arrossire e rivoltare nella tomba i nostri nonni) con chiare allusioni sessuali, nell’ esibizione corporea della donna che assume – per la disinvoltura e l’ uso provocatorio anche commerciale e pubblicitario – la forma di un “talebanismo alla rovescia“ (là si esagera in un modo qui in un altro, ma sempre esagerazione è!) dobbiamo trovare la freschezza di un linguaggio libero perché pulito, provocante perché controcorrente, capace di far riscoprire la effervescente giovinezza del pudore e della castità.
Interessante l’ articolo di Barbiellini Amidei sul Corriere della Sera l’ 11 Ottobre scorso
LA FAMIGLIA NON E’ UN HOBBY
E su La Repubblica su Desiree QUELLI ERANO FISSATI COL SESSO.

Alla BULIMIA SOCIALE DEI CONSUMI VOLUTTUARI CHE frastornano la crescita degli adolescenti corrisponde un ANORESSIA EDUCATIVA DELLA FAMIGLIA, DELLA SCUOLA E DELLA SOCIETA’

• Anoressia educativa della società

La cui logica sembra sempre più essere quella di ridurre il danno piuttosto che prevenirlo. D’ altra parte una cultura permissivista in nome della democrazia e del pluralismo etico non può che diventare più repressiva, in un rapporto direttamente proporzionale : + permissione + trasgressione + repressione.
La cultura laica rivendicando un pluralismo etico delle scelte di vita, non può fornire indicazioni orientative in nome della libertà intesa come liberazione da vincoli, regole, imposizioni aprioristiche.
Le indicazioni sono di natura sanitaria e tendono a ridurre il danno: fa quello che vuoi, ma non rischiare la salute fisica.

• Anoressia educativa della famiglia

Riguarda direttamente il rapporto genitori – figli e il ruolo formativo della famiglia che dovrebbe essere il luogo per eccellenza:
– del rapporto interpersonale
– della trasmissione dei valori
– dell’ accoglienza personalizzata
– della formazione dell’ identità psicologica, affettiva, morale, spirituale

La crisi della genitorialità non riguarda solo le nuove tecniche di riproduzione, ma il rapporto tra generazioni: non si dialoga, non si sa ascoltare, si a paura di trasmettere regole, valori. Oggi i bambini sono coccolati, viziati, coperti di beni materiali, ma come figli sono sostanzialmente ignoranti nei loro bisogni primari di beni non materiali. Chi insegna sa quanto è difficile coinvolgere i genitori sui problemi educativi dei figli.

• Anoressia educativa della scuola

La scuola, è tenuta per la sua natura di servizio pubblico, sia essa statale o non statale, ad essere pluralista, a presentare cioè i diversi punti di vista, le diverse opzioni valoriali, ma non può essere neutrale.

Dico non può e non deve perché in ogni caso in educazione la neutralità è impossibile: bastano i silenzi, basta l’ impostazione “sanitaria” per rivelare più che l’ imbarazzo la voglia “pilatesca” di non sporcarsi le mani schierandosi per un’ opzione piuttosto che per un’ altra. Tanto più se questa è in odore di fondamentalismo religioso: si perché è la nuova tendenza a descrivere chi osa assumere posizioni precise: bigotto, crociato, fondamentalista, intollerante, dogmatico.

• Eppure l’ accompagnamento educativo è un diritto – dovere della società e degli adulti nei confronti delle nuove generazioni.
• Essere educati è un diritto dei fanciulli e dei giovani per poter avere gli strumenti per………….

 Bisogno di pudore

“Il pudore costituisce il mistero delle persone e del loro amore. Suggerisce la pazienza e la moderazione nella relazione amorosa; richiede che siano rispettate le condizioni del dono e dell’ impegno definitivo dell’ uomo e della donna tra loro. Il pudore è modestia. Ispira la scelta dell’ abbigliamento. Conserva il silenzio o il riserbo là dove traspare il rischio di una curiosità morbosa . Diventa “discrezione” (art. 2522 C C C).
“Le forme che il pudore assume variano da una cultura all’ altra. Dovunque, tuttavia, esse appaiono come il presentimento di una dignità spirituale propria dell’ uomo. Nasce con il risveglio della coscienza del soggetto. Insegnare il pudore ai fanciulli ed agli adolescenti è risvegliare in essi il rispetto della persona.” (art. 2425 C C C).

 Bisogno di relazione

La prima forma di educazione ed anche di educazione sessuale passa dalla relazione:
– la qualità del tempo trascorso con i nostri ragazzi,
– l’ attenzione ai loro problemi umani, relazionali, affettivi prima ancora che culturali,
– la capacità di vedere prima il ragazzo poi l’ allievo.

Sono questi i “comportamenti corragiosi e significativi” che vengono percepiti dai ragazzi come un “esistere per qualcuno” cosi determinanti per la costruzione della propria identità e della propria sicurezza.

La scuola P. O. F. offre gli strumenti normativi, i valori dentro ciascuno di noi – insegnanti compresi – costituiscono gli ingredienti fondamentali.

Il coraggio di educare passa anche attraverso:

– il coraggio di riscoprire il valore educativo degli adulti,
– il diritto – dovere di orientare,
– il diritto – dovere di essere credibili perché coerenti,
– il diritto – dovere di essere pluralisti, ma non neutrali

“Eppure non gli ho fatto mancare niente”
chiediamoci cosa gli ho fatto mancare di essenziale.

Maria Paola Tripoli