Un commento al convegno di Marisa Orecchia, Vicepresidente di Federvita Piemonte e VdA

La fecondazione extracorporea, fivet, è stata al centro di una disamina attenta e rigorosa da parte di autorevoli relatori al Convegno promosso dalla federazione dei Movimenti per la Vita e dei centri di Aiuto alla Vita del Piemonte e della valle d’Aosta, che si è tenuto al Centro congressi di Lingotto di Torino il 28 e 29 ottobre, dal titolo “ Fivet: per o contro l’uomo?”.
Conclusione univoca e incontrovertibile quella emersa nel corso dei lavori dall’apporto dei singoli relatori: la fivet è pratica radicalmente disumana che, se in taluni casi, assai pochi percentualmente – il prof. Nicola Garcea, docente di endocrinologia e ginecologia all’Università Cattolica di Roma ha citato cifre da insuccesso, 13-15-18 % di riuscita nel mondo e Padre Angelo Serra, professore di genetica umana alla facoltà di medicina e chirurgia della Cattolica ha portato numerosissime testimonianze che giungono dagli stessi laboratori della fivet, secondo cui “la fertilizzazione umana in vitro è sorprendentemente un fallimento” ( R.M.L. Winston e A. H. Handyside, Gran Bretagna) – ottiene risultati positivi, complessivamente “resta una potente sorgente di speranze deluse”( Rapporto della Voluntary Licencing Authority).
Il “bambino in braccio” con la fivet è ancora il privilegio di una coppia su cinque e pertanto questa pratica si connota in realtà come l’offerta di una medicina irresponsabile che, a fronte di risultati così scarsi compie notevolissimi danni, quali la perdita prevista e programmata di percentuali altissime di embrioni (93-95%) e il danno a carica della donna a causa della sindrome da iperstimolazione ovarica che, tra l’altro, riduce a sua volta la ricettività endometriale e influisce negativamente sull’impianto dell’embrione. Con la fivet viene violata clamorosamente la prima regola deontologica del medico: “primum non nocere”.
Producendo inoltre un altissimo numero di soprannumerari, la fivet rende possibile la crioconservazione, la sperimentazione , e ogni altra pratica aberrante che in nome del progresso, della scienza , ma soprattutto del profitto, sono messe in atto nel chiuso dei laboratori su questi piccolissimi esseri umani.

La fivet è questione che introduce un cambiamento a livello culturale e antropologico, secondo il prof. Adriano Pessina docente di filosofia morale e bioetica alla facoltà di filosofia dell’Università cattolica di Milano, e che, trasformando la categoria di figlio da dono a prodotto e introducendo l’idea che il figlio vale in quanto è oggetto di desiderio, viene a trasformare la concezione stessa di uomo in quanto “ tutti noi siamo stati figli”.
Il prof. Mario Palmaro, docente di filosofia del diritto all’Università statale di Milano, ha evidenziato chiaramente nel suo intervento come la pratica della fivet sia viziata da dolo in quanto, essendo tecnica intrinsecamente eugenetica e altamente soggetta a insuccesso, viene applicata ad un soggetto, l’essere umano all’alba della sua esistenza, che, non solo non è in alcun modo tutelato, ma non è neppure considerato quale soggetto titolare di diritti, primo fra tutti quello alla vita.
Non poteva mancare ad un convegno di tale portata la parola della Chiesa, recata da Mons. Mauro Cozzoli, docente di teologia morale alla Pontificia Università Lateranense. ”A causa della fivet – ha detto Cozzoli – la vita subisce un vulnus in se stessa in quanto essa viola valori fondamentali quali la vita stessa, l’originalità della sua trasmissione nel matrimonio e la dignità del figlio.-

Anche Mons. Caffarra, vescovo di Ferrara, Mons. Comastri, vescovo di Loreto e Mons. Maggiolini, Vescovo di Como, presenti al convegno in videoregistrazione, hanno detto parole chiare e severe in merito: sono in gioco la concezione dell’uomo e la stessa civiltà occidentale che da sempre tutela la persona umana in qualunque situazione a qualunque stadio della sua esistenza si trovi e pertanto occorre che difendiamo con ogni forza, anche con leggi giuste, tutti quegli uomini allo stadio embrionale che oggi sono invece ridotti alla stregua di “ materiale biologico”.